Fumisteria
- Autore: Fabio Stassi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
“Fumisteria”, primo romanzo di Fabio Stassi, nel 2015 è nuovamente pubblicato dalla casa editrice Sellerio. In esso, pagina dopo pagina, si descrivono le vicende di una Sicilia che porta i retaggi della Seconda Guerra Mondiale uniti alle tradizioni, alla cultura, al senso dell’onore cui si contrappongono atti di sangue, faide e violenze dei quali molto si è scritto e, purtroppo, non frutto di mera invenzione.
La vicenda ha luogo a Kalamet, paese che non esiste ma, per le sue caratteristiche, simile a un qualsiasi villaggio della costa occidentale dell’isola. Lì, nell’ottobre del 1954, viene ritrovato davanti alla fontana della piazza del paese il cadavere di Rocco La Paglia, da tempo iscritto al Partito Comunista. Sanguigno di carattere, spesso ombroso, Rocco, fin da giovane, aveva manifestato forti passioni per il fumo, per le donne, ma anche per l’attività politica per la quale aveva speso molte energie dal momento che l’amore, quello vero, lo aveva soltanto sfiorato. L’unica donna che aveva preso il suo cuore era stata Ester cui il giovane era riuscito a strappare un bacio e niente più. Dopo anni trascorsi lontano da casa, anche per un soggiorno obbligato a Favignana per “apostolato sovversivo”, Rocco aveva fatto ritorno a Kalamet ove l’attendeva la madre. Nonostante il partito avesse richiesto la sua presenza a Roma, Rocco non aveva accettato l’incarico ed aveva preferito rimanere nel paese natio, ritirandosi a far l’aiutante nella bottega d’un ciabattino come se le antiche passioni fossero ormai solo un ricordo. Gli era rimasto solo il fumo tanto è vero che, accanto al cadavere, viene rinvenuto un pacchetto di sigarette.
Non c’è per l’omicidio, però, alcun indizio: nessuno ha visto, nessuno sa nulla. Nel frattempo Ester è convolata a giuste nozze con l’avvocato Licata, uomo conosciuto e con una solida posizione. Lei è molto bella, lui bruttino e, soprattutto, sterile. Il loro matrimonio, però, non subisce scossoni fino a quando, a causa di alcune frasi pronunciate dall’avvocato stesso, la giustizia ravvisa in lui il colpevole dell’omicidio, causato da profonda gelosia. Da lì in poi, per l’avvocato tutto cambia. Si ritrova in prigione e suo unico amico è un contrabbandiere che racconterà, poi, l’intera storia.
La vicenda, man mano che si procede, somiglia ai contorti fili di fumo che danno il titolo al romanzo. L’epilogo è assai diverso da ciò che si immagina. Gli episodi raccontati s’intrecciano con la storia vera, in particolare con la strage di Portella della Ginestra ad opera del bandito Giuliano che aveva sparato sui contadini “per spezzare il movimento della sinistra”. Rocco, che non aveva mai abbandonato l’attività politica, era riuscito a conoscere tante cose riguardo ai fatti e ciò lo aveva, dal quel momento, posto in una situazione di pericolo.
Con “Fumisteria” l’autore vuol ricordare la sua terra di origine e fa anche un preciso ritratto di un periodo storico.
“Gramsci aveva definito la Sicilia il paradigma della contemporaneità…isola plurale, isola continente, isola mondo, isola della peste e non della provvidenza, metafora dell’Italia e archetipo dell’Europa. Un’isola abitata dal contrasto sia nella natura che negli uomini: lussureggiante o secca, nera di vulcano o bianca di sale, taciturna e loquace, sanguinaria ed eroica. Un’isola lacerata dalla criminalità e dal coraggio, dal culto della morte e dalla follia del vivere. In una terra così il sangue è misto e impuro, la realtà si trasforma in teatro, recita continua, morte compresa.”
Attraverso una visione amara della Storia si snoda, quindi, l’intera vicenda che non è solo un giallo bensì un ritratto e una lettura intensa di alcuni eventi realmente accaduti. La narrazione è scritta con un linguaggio sapiente e ci fa conoscere un autore notevole, maturo, già degno dei successi dei romanzi a venire.
Fumisteria
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