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Recensioni di libri

Expo 58 di Jonathan Coe

Feltrinelli, 2013 - Nell’estate del 1958, una spy story all’Expo di Bruxelles, all’ombra dell’Atomium. L’intrigante romanzo dell’inglese Jonathan Coe ricostruisce quella eccitante atmosfera, attraverso una trama che mescola fatti privati dei personaggi letterari con eventi storici di grande interesse, mai oggetto prima di un’opera di narrativa.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 07-10-2013

7

Expo 58

Expo 58

  • Autore: Jonathan Coe
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Feltrinelli
  • Anno di pubblicazione: 2013

L’Atomium, un enorme oggetto formato da grandi sfere d’acciaio, fu il simbolo della Esposizione internazionale che si svolse a Bruxelles nell’estate del 1958: avevo otto anni e mio nonno aveva visitato quella grande fiera, riportandone un modellino dell’Atomium, ancora conservato in famiglia. Mi narrava le meraviglie di quell’evento, il primo del dopoguerra, ma in piena Guerra Fredda, dove le nazioni tutte tentavano di mettersi di nuovo insieme dimenticando il recente doloroso passato, per esibire la volontà di progresso, l’aspirazione alla felicità e al benessere, il desiderio di scambiare esperienze e conoscenze in un luogo neutro, il prototipo di un “villaggio globale”, quale si manifestava nei sogno di molti cittadini dell’Occidente.

L’intrigante romanzo dell’inglese Jonathan Coe ricostruisce quell’eccitante atmosfera, attraverso una trama che mescola fatti privati dei personaggi letterari con eventi storici di grande interesse, mai oggetto prima di un’opera di narrativa.

Thomas Foley, trentaseienne impiegato affidabile e senza pretese, lavora in un ufficio statale a Londra, il COI, acronimo per Central Office for Information, un po’ Gandhi, per il suo mutismo, un po’ Gary (Cooper) o Dick (Bogarde) per il suo aspetto attraente. Non sembra destinato a grandi prospettive di carriera, fa una vita monotona con la moglie Sylvia, casalinga noiosa e madre della piccola Jill, lamentosa come tutti i neonati. Sua madre Martha visita spesso la coppia; vedova, la donna è fuggita da bambina con sua madre nel ’43 da Leuven, la cittadina belga, quando i nazisti avevano invaso il piccolo stato neutrale. Il padre e i fratelli erano stati sterminati, bruciata la loro fattoria.
Ora, imprevedibilmente, il fatto di essere figlio di una belga e di avere un bell’aspetto convincono i superiori di Thomas a proporgli di passare sei mesi a Bruxelles, presidiando il pub Britannia, che sarà ricostruito all’interno dello stand inglese, punto di incontro e di raccordo per tutti i visitatori che passeranno all’Expo e non vorranno mancare il padiglione della Gran Bretagna, capace di ricordare cibi caratteristici, birra e whisky anche in terra europea. Thomas, con grande incertezza per dover abbandonare moglie e figlia per un così lungo periodo, decide di accettare la sfida, che forse gli porterà un’occasione di crescita professionale. In realtà il primo impatto con Bruxelles sarà l’incontro con la hostess Anneke, una ragazza bella e dolce, che si innamora, ricambiata, di lui.

Presto però la storia cambia direzione e si trasforma in un intrigo di spie, degno di un film di James Bond, che non sono ancora usciti, ma già sono preannunciati dal successo delle spy-story di Ian Fleming che fanno da sottotesto a tutto il racconto. Ci sono gli uomini dei servizi segreti che sembrano altrettante caricature, c’è l’uomo del Kgb che si spaccia per un giornalista direttore di un fogliaccio dal titolo prevedibile, “Sputnik”, c’è la bellissima attrice americana, Emily, anche lei una spia... insomma il gioco si fa duro mentre l’ingenuo Foley non capisce le trappole, gli intrighi e il doppio gioco, che si svolgono sotto i suoi occhi, proprio nel famoso falso Pub affidato alle sue cure e che capirà soltanto molto tempo dopo, quando la sua vita sarà tornata ad una sorta di rassegnata normalità.

Coe con "Expo 58", edito da Feltrinelli, ci racconta la fine degli anni ‘50 con una precisione maniacale: sigarette sempre accese, bevute continue, cibi di scarsa qualità, abiti sciatti, patatine industriali come unico snack, automobili vecchie, tecnologia agli albori...
Siamo prima del boom degli anni sessanta, del consumismo e anche nella moderna Europa si vive l’atmosfera della Guerra Fredda tra i paesi della Nato e l’Unione Sovietica che l’Expo, dove tutto è finzione, finge di voler superare.

Il finale del libro è una continuo colpo di scena, che rende la lettura del romanzo sinceramente appassionante. Una scrittura sapiente, con tanti particolari e dettagli messi lì come per caso, ognuno con una sua ragione, che alla fine ricompongono in modo perfetto il puzzle e danno il senso di grande respiro che questo scrittore riesce a infondere nei suoi libri.

Expo 58

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Expo 58

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