E i figli dopo di loro
- Autore: Nicolas Mathieu
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2019
Il lungo romanzo di Nicolas Mathieu comincia nel 1992, quando uno dei ragazzi al centro di E i figli dopo di loro (Marsilio, 2019 traduzione di Margherita Botto), Anthony, ha solo quattordici anni. Sua madre Hélène non va d’accordo con Patrick, il marito, che spesso alza le mani su di lei: Anthony, spinto dal cugino più grande, per raggiungere una festa di ragazzi dove ci sarà anche la bella Stéphanie, prende di nascosto la motocicletta a cui il padre tiene moltissimo.
Durante la festa, dove viene consumato molto alcol, il ragazzo si sente male e quando va a cercare la moto, capisce che è stata rubata. Forse è stato Hacine, un ragazzo di origine marocchina più grande di loro, molto sveglio e aggressivo.
Nel dramma familiare che sta per consumarsi, Hélène va coraggiosamente a casa del padre di Hacine a chiedere conto della moto rubata,ed ecco l’intreccio fra le vite di questi due ragazzi, che proseguirà nel corso del lungo racconto con cui Nicolas Mathieu ci accompagna a rivivere l’educazione sentimentale travagliata di tre adolescenti che vivono in un paese del nord est della Francia dove la grande crisi economica della fine degli anni Novanta sta già facendo sentire i suoi effetti. Gli adulti perdono il posto di lavoro e la sicurezza, le fabbriche chiudono, la miseria si affaccia sempre più minacciosa, i ragazzi invece sembrano non rendersene conto. I loro turbamenti adolescenziali, le insicurezze, gli amori difficili, una sessualità acerba e spesso troppo precoce, le differenze di censo, di posizione economica e sociale, diventano ostacoli che si frappongono ad un vero progetto di vita.
Seguendo le vite diverse dei tre ragazzi, Mathieu ci racconta un’intera società della Francia evoluta che vive le profonde contraddizioni di un capitalismo che non ha dato le risposte giuste, di immigrati di seconda generazione che non riescono ad integrarsi davvero, sempre in bilico tra violenza ed illegalità, mentre Parigi appare lontana, irraggiungibile. Quando Stéphanie vorrà emanciparsi dalla vita di provincia e raggiungere la capitale per studiare ed aspirare al ruolo sociale che le spetta, si troverà di fronte alla solitudine, all’inadeguatezza, all’estraneità nei confronti di un mondo che non conosce e non la riconosce. Anche i genitori di questi ragazzi si trovano ad abitare un mondo che non riconoscono più. Patrick, licenziato dalla fabbrica, si trova a doversi confrontare in un mondo dove:
I colletti blu non contavano più niente. Le loro epopee erano passate di moda. Si rideva dei loro sindacati sbruffoni e sempre pronti a scendere a patti. Ogni volta che un poveraccio rivendicava un’esistenza meno penosa gli veniva spiegato punto per punto quanto fosse irragionevole il suo desiderio di vivere.
Hacine è forse il personaggio più problematico di E i figli dopo di loro, quello più contraddittorio, simbolo di una società che credeva di aver dato ai propri concittadini provenienti dalle colonie sicurezza, stabilità e invece ne ha fatto troppo spesso degli sradicati, insicuri, potenzialmente violenti:
Hacine si sentiva dilaniato. Da una parte era riconoscente, certo. Quella gente l’aveva adottato. Però odiava le loro manie, il loro modo di vivere […] Le tre o quattro idee forti che gli venivano dalla scuola pubblica non gli servivano a niente per capire quello che succedeva, la politica, il mercato del lavoro, i risultati truccati dell’Eurofestival o il caso del Crédit Lyonnais…
E i figli dopo di loro è un romanzo corale, un’analisi spietata della società francese colta in un momento di grande debolezza, che anticipa la crisi con cui tutta l’Europa ha fatto e sta facendo i conti. Tutti i personaggi del racconto, protagonisti e comprimari, ci raccontano un pezzo di storia, uno squarcio di miseria, di fallimento, di solitudine che colpisce città e periferie, centri importanti e province, trasversale alle generazioni e alle classi di provenienza.
I sogni delle due adolescenti, belle e disinibite, viziate e arroganti, Stéph e Clem, finiranno presto contro la durezza delle gerarchie sociali, gli ostacoli di un mondo del lavoro sempre più selettivo e concorrenziale. Un romanzo duro, ben scritto, talvolta un po’ troppo didascalico e moraleggiante, ma certamente molto coinvolgente.
E i figli dopo di loro
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