

Dove non si parla di me
- Autore: Gabriella Pirazzini
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2025
Gabriella Pirazzini è un’autrice che seguo da tanto; ne ammiro la scrittura con la quale coglie le sfumature emotive e le sue parole hanno ogni volta un peso, un peso potente. Come ho scritto altre volte, è una scrittrice con una straordinaria e profonda sensibilità, e ad ogni nuovo lavoro diventa sempre più intensa. Libri d’incanto, di storie di donne che entrano nel cuore, della parola che scava e scruta, indaga nell’animo dei personaggi e mette a nudo le relazioni, facendo affiorare tradimenti, solitudini, delusioni, sogni, malattie e dolori. Gabriella Pirazzini, nata a Imola, è laureata in Filosofia e si occupa di giornalismo, di radio, di carta stampata e di televisione. Nella sua lunga carriera ha trattato di cronaca, attualità e arte, fino a specializzarsi in agricoltura ed enogastronomia. Dove non si parla di me (Giraldi Editore, 2025) è il suo ultimo romanzo condiviso con gli haiku voltapagina di Maurizio Lesmi, poeta e musicista, la sintesi perfetta perché i libri sono finestre di luce.
Quest’ultimo lavoro è nato in un tempo lungo; una raccolta di racconti che parlano del tempo, dei ritmi, scrive l’autrice, delle proiezioni per sfuggire alle paure, degli incontri sbagliati e di quelli inaspettati, della vita che scappa e della morte che rincorre. Al centro ci sono, scrive Muriel Pavoni nell’introduzione al libro, le relazioni complicate, sbilanciate, desiderate, perdute. I personaggi sono continuamente dibattuti tra il desiderio di fuggire dai vincoli e quello di rincorrerli per tenerli insieme disperatamente. Emozioni, fragilità, rancore, tormento e tristezza, dedizione e disponibilità, malinconia e il dolore delle perdite, quello che inchioda al sottosuolo, quello che fa cadere il cuore a terra, una condanna indicibile.
Come quello di Emma che lo vive rifugiandosi nell’alcol; il tradimento del marito, la sofferenza, l’abbandono e poi la dimenticanza, tutto aveva giocato sporco quel giorno nella sua mente. O quello dentro al cuore di Liliana, che si chiede dove possa andare a finire tutta quella sofferenza.
Il dolore le è entrato da tutte le parti, le esce dagli occhi, rigati di sangue. Dimenticare il cuore, riempire il buco. Dove va a finire il dolore?
Il dolore di Ilaria che mangia e corrode, un potente groviglio arrotolato sul suo cuore; lo allontana da sé prendendosi cura delle piante sul suo terrazzo. Sapeva che nessun ricordo poteva tornare a raccontarsi, e obbligarsi a rivivere quelli del passato le faceva troppo male, come quando un fulmine attraversa un corpo. E poi il rancore di Elisa, che non voleva altro che poter dire di “provare rancore”.
Gabriella Pirazzini racconta le sue donne focalizzando i loro mondi interiori, le loro esperienze personali che diventano anche le nostre. Come la storia di Elisabetta, una donna che non dorme più e vive il tempo sospeso dentro un buio profondo della notte aspettando l’alba: aveva sotterrato le emozioni sotto le coperte, protette dal calore delle coperte. E Giada, che non riesce a distinguere l’ansia dalla paura, la paura del terrore, il terrore dal panico. I suoi sono stati d’animo differenti forse concatenati, “ma che bruciano in modo diverso”. E Nora, alla quale piacciono i suoi libri accatastati sul pavimento, il disordine intellettuale. Non si arrabbia mai e il suo posto in casa è tra i fornelli, in quello spazio enorme dove non c’era posto per lei.
Il primo tradimento, l’abbandono del lavoro, le tavole apparecchiate e sparecchiate in fretta, i viaggi mai fatti, la sopportazione senza mancia.
Resistere può bastare per continuare a vivere? E l’età giusta per la saggezza? Perché nessuno comprende che è dovuta agli infiniti dolori, all’assenza e all’abbandono. Le parole servono? I gesti servono? I sentimenti servono? Immaginare la vita come sarebbe potuta essere, come vorrebbe Annamaria, renderla reversibile. La devozione per un amore aveva ridotto la sua a un soliloquio.
Struggimenti dell’animo, rancori, amori perduti, il dolore delle assenze, tante sono le storie di donne narrate dalla nostra scrittrice; vite segnate, malattie che travolgono la vita, affetti che deludono profondamente, come se tutti fossimo in fondo a un inferno, citando Emil Cioran, dove ogni attimo è un miracolo. Consigliato!

Dove non si parla di me
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