Donna con libro. Autoritratto delle mie letture di Bianca Pitzorno

Nella collana “Le Stanze” Salani pubblica Donna con libro. Autoritratto delle mie letture (2022) di Bianca Pitzorno, un volume in cui la scrittrice e traduttrice compie un vero e proprio “autoritratto delle proprie letture”, come evidenziato dal sottotitolo del saggio.

L’autrice, nata a Sassari nel 1942, dal 1968 vive e lavora a Milano e ha pubblicato circa settanta libri tra saggi, biografie, romanzi per adulti e per ragazzi. Leggendo il memoir di Bianca Pitzorno dedicato ai libri letti durante una vita vissuta intensamente, dedicata a queste adorate creature di carta, pensiamo venga spontanea alle/agli innamorate/i della lettura fin dalla più tenera infanzia la domanda:

“Perché l’idea di comporre una sorta di antologia dei libri più amati da me e dalla mia famiglia non è venuta anche a me?”

Il primo libro letto alla stessa età di Pitzorno, sette anni, i libri di Delly scoperti in tarda età dal nonno nella libreria di famiglia, i volumi di storia e i gialli inglesi del padre, i romanzi più trendy e i classici Omnibus Mondadori e Bur Rizzoli scelti dalla madre. Per non parlare delle continue richieste da parte della zia di libri da prestarle, ma mi raccomando, “non libri tristi, perché solo quelli scegli di acquistare".

Uno dei maggiori rimpianti che si porterà dietro è quello di non aver potuto leggere tutti i libri che avrebbe voluto, rivela nel saggio l’autrice, dove parla anche dei libri che non le sono piaciuti, sottolineando che è lecito, anzi doveroso, smettere di leggere un volume se proprio non riscontra la nostra approvazione.

Anche Bianca Pitzorno, come chi scrive, ha avuto il grande privilegio di nascere in una famiglia di lettori forti, una famiglia come quelle di una volta, simile a quella descritta da Ettore Scola nel film La famiglia, composta da genitori, zii, nonni, qualche bisnonno e poi parenti di secondo, terzo e quarto grado. L’autrice racconta che il viaggio di nozze dei genitori si svolse a Capri perché la madre aveva letto La storia di San Michele del medico e scrittore svedese Axel Munthe e di questo volume ne parlava con venerazione. Durante la II Guerra Mondiale, il “tesoretto” di libri che la madre di Pitzorno si era portata dietro dalla casa paterna era stato prezioso per le giovani generazioni. Libri da leggere e da maneggiare con cura, da non rovinare con scarabocchi, senza spiegazzare nessuna pagina.

Ovviamente si può ricostruire il carattere di una persona dall’elenco dei libri che ha scelto di leggere, per esempio la nonna materna dell’autrice, Nonna Peppina, leggeva unicamente romanzi e ne possedeva in gran numero, uno dei beniamini della nonna era John Galsworthy, autore della celebre Saga dei Forsyte. In tarda età Nonna Peppina lesse Via col vento di Margaret Mitchell, ma il comportamento disinvolto di Scarlett O’Hara con gli uomini non aveva riscosso la sua severa approvazione. Senza offendere Nonna Peppina, il romanzone, divorato dopo aver visto al cinema da adolescente l’omonimo film, diventa sempre più appassionante pagina dopo pagina.
Bianca Pitzorno ha letto Via col vento solo pochi anni fa e l’ha definito “un bel libro, scritto bene, affatto sdolcinato”.

Cosa leggono i maschi ieri come oggi? Leggeranno Harry Potter e qualche libro di fantascienza, ma leggono ancora anche Emilio Salgari come avevano fatto un tempo e in un’altra epoca gli zii materni di Bianca, accaniti lettori delle avventure di Kammamuri, Sandokan e Yanez.

Il bel saggio di Bianca Pitzorno dimostra ancora una volta come sia fatale “la corrispondenza d’amorosi sensi” tra il lettore e il libro che si sta leggendo, che consente il privilegio di aprire una porta per entrare in un mondo parallelo, nel quale immergersi interamente, facendo volare la nostra fantasia. Non stupisce quindi che i libri abbiano anche il potere di influire nella nostra vita, come rivela Bianca Pitzorno in questa travolgente libresca “galoppata di ricordi”.