Ciatuzzu
- Autore: Catena Fiorello
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2023
La prima parte di questo romanzo di Catena Fiorello Galeano, Ciatuzzu (Rizzoli, 2023), è molto lirica, intimistica, sentimentale. Il piccolo protagonista che vive in Sicilia, a Leto, con la sua famiglia, subisce il lutto più grave: la morte per malattia dell’adorata mamma, dopo una breve agonia.
Intorno al suo letto i due fratelli maggiori di “Ciatuzzu”, così lo chiamava con tenerezza sua madre, Nino e Paolo, e il padre, emigrato in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone di Charleroi.
Siamo negli anni Cinquanta del secolo scorso e Ciatu viene lasciato solo con i nonni materni, mentre il padre torna in Belgio e i due fratelli restano nella casa di famiglia ignorandolo.
Nella totale disperazione, il bambino prende alla lettera le parole pietose della nonna Nina, che visto che il dolore del piccolo Nuzzo lo sta dilaniando, con le parole del dialetto che usano tra loro gli dice
“iddra non sparìu comu pensi. To matri è sempri cca, cu tia. Sulu ca ora canciàu casa e si trova o cimiteru.”
Nuzzo prende alla lettera le parole della nonna e da quel giorno passa la maggior parte del suo tempo al cimitero, sopportato dal custode, accolto da don Pippo, felice di stare vicino alla fotografia della bella mamma Luigina, convinto che prima o poi lei gli apparirà per confortarlo. Non va a scuola il bambino, infatti verrà bocciato; la compagna Lucia, sua coetanea, è l’unico volto che riconosce amico, anche se lei non ricambia i suoi sguardi, il suo affetto.
Visto che Nuzzo non studia, è perso nelle sue fantasie, nessuno sembra accorgersi dell’angoscia che lo divora, solo e incompreso, il padre decide di portarlo con sé in Belgio, per dargli un simulacro di famiglia.
Accompagnato dai nonni, Nuzzo lascia il suo paese, il mare, i fiori, il cimitero dove la mamma Luigina riposa, e dopo un lunghissimo viaggio in treno giunge a Charleroi: sarà ospite degli zii, Angelo e Piera, anche loro emigrati; dividerà una piccola stanza con i cugini più grandi, Silvana e Toni. Non è bene accolto il bambino, che credeva di abitare con suo padre, e invece scopre che lui, per risparmiare, divide uno stanzone miserabile con altri minatori, privo del necessario, in una condizione a dir poco drammatica.
In questa seconda parte, la migliore del romanzo, l’autrice con le parole e i pensieri di Nuzzo ricostruisce un pezzo della storia dell’emigrazione degli italiani in Belgio, dalla “strage di Marcinelle” con i suoi oltre 200 morti soffocati nella miniera, alle condizioni di semi-schiavitù nella quale migliaia di lavoratori italiani e le loro famiglie furono costretti a lavorare, maltrattati, con turni di lavoro quasi insopportabili, con malattie non prevenute né curate, e con paghe da fame che non permettevano nessuna forma di riscatto, privi di qualunque protezione.
Il caso di Nuzzo, che riesce a integrarsi, a imparare la lingua, a ottenere buoni risultati scolastici malgrado l’ostilità dell’ambiente circostante, a raggiungere la meta agognata, la laurea in medicina, parlano di un’eccezione, dovuta alla forza di volontà di un ragazzo particolarmente dotato. La sua storia personale di dolore, di mancanza di affetto, di solitudine, di miseria, non gli impedirà di vincere una battaglia con le sole armi della volontà e della determinazione.
La presenza della mamma nel cuore, la voglia di ripagarla, la poesia che le dedica è l’unica risposta a questa vicenda speciale:
“Cara madre, se oggi potessi vedere solo una parte del mio cammino, ne saresti felice. Ma il passato, lo sappiamo, non si può riscrivere. Invece la poesia dedicata agli occhi del cuore, quella sì, sono riuscita a metterla nero su bianco. Te la invierò, l’indirizzo è quello del cimitero di Leto...”
Una storia esemplare è quella che Catena Fiorello Galeano sa raccontare con grazia, mettendo al centro del racconto il dolore che un bambino si porta dietro da tutta la vita, ma che costituisce anche la molla del suo riscatto, in nome di un desiderio di lenire, curare, le ferite di tutti gli altri che incontra nel suo percorso difficilissimo.
Personaggi molto ben disegnati, siciliani che parlano il loro dialetto anche dopo che gli anni sono passati: le radici non si cancellano.
Ciatuzzu
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