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Recensioni di libri

Cecenia, il disonore russo di Anna Politkovskaja

Il 7 ottobre 2006 muore Anna Politkovskaja, assassinata nell’ascensore del suo palazzo a Mosca, mentre stava rincasando. È opinione di molti che la sua morte sia legata all’instancabile lavoro di ricerca della verità sulla questione cecena, che la coraggiosa giornalista portava avanti senza sosta da anni. Controllo dei media, guerra e violenze della milizia e dei soldati sulla popolazione civile, intimidazione dei giornalisti e del sistema giudiziario.

Serena Gobbo
Serena Gobbo Pubblicato il 16-06-2011

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Cecenia, il disonore russo

Cecenia, il disonore russo

  • Autore: Anna Politkovskaja
  • Genere: Politica ed economia
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Fandango Libri

Il 7 ottobre 2006 muore Anna Politkovskaja, assassinata nell’ascensore del suo palazzo a Mosca, mentre stava rincasando. È opinione di molti che la sua morte sia legata all’instancabile lavoro di ricerca della verità sulla questione cecena, che la coraggiosa giornalista portava avanti senza sosta da anni.(Note di copertina)

Siamo abituati all’idea che una guerra veda contrapposti due soggetti, di solito, i buoni e i cattivi: sarà manicheo, ma questa è l’immagine stampata nei nostri cervelli. In Cecenia la situazione reale è molto diversa. Putin vende la guerra come baluardo contro il terrorismo (soprattutto di matrice islamica) e soffia sul fuoco del razzismo nazionale, cui la popolazione russa è sempre sensibile, desiderosa com’è di dare la colpa a un nemico interno di tutti i suoi mali.
La Cecenia è insofferente da secoli al centralismo russo, è vero; ma ormai in quel paese non esiste alcuna resistenza organizzata che si opponga alle truppe di Putin e non esiste perchè è talmente divisa al suo interno da essere totalmente svuotata di ogni autorità. Le ragioni di questa divisione non sono dettate solo da motivi personali, ma da vere e proprie ideologie opposte in merito al futuro della Cecenia, tra "occidentalisti" e "orientalisti", gli uni volti verso l’Europa, gli altri volti verso una ideologia islamista; gli uni che giurano fedeltà alle usanze cecene, gli altri che vorrebbero entrare nelle zone di influenza arabe abbandonando le tradizioni locali. Potrebbe sembrare che Putin, autodefinitosi baluardo contro il terrorismo islamico, sia più affine alla prima corrente, ma in realtà gli appoggi governativi si indirizzano, per motivi che la Politkovskaja spiega con cruda cognizione di causa, verso la corrente orientalista.
Dunque, mancando una resistenza organizzata nel vero senso della parola, manca uno dei soggetti di una guerra. L’assurdità di questa situazione viene rafforzata dal fatto che non esiste neanche un esercito nel senso tradizionale del termine, come rappresentante della legalità centrale, perchè le forze militari russe impiegate nel paese sono ormai indistinguibili da bande di criminali comuni, che rapinano, violentano, bruciano, rapiscono, nell’impunità più assoluta.
A complicare le cose, si aggiunge l’intervento di una "terza forza": gruppi di ceceni, spesso uniti tra loro da legami familiari che, in seguito a qualche atto di violenza, si danno alla macchia e rimangono insieme finchè non si sono vendicati di coloro che hanno ucciso dei loro cari.

Sullo sfondo di queste tre forze, c’è la popolazione civile, umiliata in ogni modo, senza nessuno che la difenda. La Politkovskaja ha cercato di dar voce a queste persone. Chi leggerà questo libro, capirà perchè è stata messa a tacere lei e, con lei, tutte le vittime civili di questa guerra assurda.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cecenia, il disonore russo

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