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Recensioni di libri

Breve trattato sulle coincidenze di Domenico Dara

Nutrimenti, 2014 - Le storie s’incardinano attorno alla figura di un personaggio, il postino, che vive marginalmente la propria vita: ha scelto la solitudine casta ma attraversata da sentimenti, emozioni e pulsioni erotiche, che non riesce a esternare; unico sfogo: la scrittura.

Francesca Ferraro
Francesca Ferraro Pubblicato il 19-11-2015

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Breve trattato sulle coincidenze

Breve trattato sulle coincidenze

  • Autore: Domenico Dara
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Nutrimenti
  • Anno di pubblicazione: 2014

Domenico Dara è nato nel 1971 e, prima di studiare e laurearsi a Pisa, ha vissuto a Girifalco, che fa da sfondo al libro che è stato finalista al Premio Italo Calvino 2013 e vincitore a diversi premi letterari (Premio Palmi 2014; Premio Viadana 2015; Premio Corrado Alvaro 2015, sezione Opera Prima; ecc.). La narrazione di “Breve trattato sulle coincidenze” (Nutrimenti, 2014) si articola in una serie di episodi, di storie di uomini e donne che vivono nel paese d’origine dello scrittore. Le storie s’incardinano attorno alla figura di un personaggio, il postino, che vive marginalmente la propria vita: ha scelto la solitudine casta ma attraversata da sentimenti, emozioni e pulsioni erotiche, che non riesce a esternare; unico sfogo: la scrittura.
Già da bambino ha dimostrato di possedere una calligrafia che si è espressa nella capacità di copiare perfettamente qualunque scrittura. La narrazione parte il 7 aprile 1969: lo sbarco sulla luna si sta materializzando e il postino s’interroga sul futuro, magari “in un tempo non lontano i postini avrebbero recapitato la posta fin lì sopra…” ma, mentre è preso da questi pensieri, la realtà lo riporta alle vicende del paese e al solito teatrino della politica, con l’immancabile affissione di manifesti della Democrazia cristiana.

“La serenità era finita: Girifalco che per il resto del tempo sembrava uno sporchicchiu in letargo, si risvegliava in occasione del terremoto e delle elezioni comunali, e fortuna che i terremoti non erano a cadenza quadrimestrale”.

Il postino in maniera meticolosa apre, legge, ricopia e archivia le lettere, prima di rimetterle al loro posto. È presentato all’inizio come figura così anonima, così incolore, da farci accettare questa sua mania, perché in lui non c’è malizia o un secondo fine, è un modo per eludere la solitudine nella quale si avviluppa la sua vita. E, quando prepara le lettere da leggere, lascia quelle d’amore per ultime. Vive di riflesso, attraverso le vite degli altri alle quali, tuttavia, in qualche modo partecipa da osservatore esterno e, talvolta, da presenza attiva che modifica il corso della vita. Così, la vita, piena di coincidenze, che il postino annota in maniera maniacale, è fatta anche di attività intenzionali dell’uomo; lui, infatti, ha in alcuni casi, necessità di intervenire direttamente per svelare un mistero, per sventare una minaccia all’armonia coniugale, per mandare a monte un losco affare ai danni dell’intera comunità girifalcese.

Il postino rimane una figura anonima fino all’ultima pagina in cui l’autore rivela il nome: significato e significante compiono l’atto finale. Nel libro c’è un giusto equilibrio tra dialetto e italiano e fa piacere notare che l’autore inserisce termini in vernacolo che restituiscono una musicalità particolare alla narrazione.
Mi è stato regalato da una persona speciale, di enorme spessore culturale e umano e gliene sono grata: l’ho letteralmente “divorato” trovandolo particolarmente divertente e scorrevole, piacevole e brioso, dotato di una leggerezza che non trascura di compiere profonde riflessioni sul senso delle cose e della vita. Sembra una narrazione da poter riportare in un film o, in una bella fiction.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Breve trattato sulle coincidenze

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