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Dal libro al film

Tutti i libri nei film di Woody Allen: da Kafka a Dostoevskij

Il cinema di Woody Allen ci ha ormai abituato a un'ineffabile commistione tra ironia e drammaticità. Sono molti gli elementi topici che ritornano nella cinematografia del celebre regista americano, primo tra tutti: i libri.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 01-12-2022
Tutti i libri nei film di Woody Allen: da Kafka a Dostoevskij

Comicità, romanticismo, dramma. I film di Woody Allen sono sempre una mescolanza esplosiva di generi che immancabilmente dà origine al classico “Woody Allen’s Movie”, perché quando vai al cinema a vedere un film del cineasta newyorkese sai esattamente cosa aspettarti e, al contempo, sei pronto a lasciarti rapire da quell’ingrediente ignoto e imprevedibile che darà forma e senso all’intera pellicola.
E se quell’ingrediente puramente made-in-Allen fosse in realtà la letteratura?
È stato dimostrato che nei film di Woody Allen i libri sono una presenza fissa, se non in taluni casi l’autentico motore della storia, come nel mitico Midnight in Paris che ci mostra il viaggio romantico-fantastico di uno scrittore in bilico tra il presente e la Parigi artistico-letteraria degli anni ’20.

Che siano esplicitamente citati oppure velatamente evocati tramite enigmatici rimandi, i libri sono sempre presenti nella cinematografia del regista americano e confermano la smisurata passione di Allen per la letteratura. Il cineasta newyorkese confessa infatti di aver sempre tratto ispirazione dalle pagine degli scrittori, spesso facendo sue le citazioni dei grandi autori rielaborandole in un personalissimo aforisma.

Seguendo le orme di Gil Pender - lo scrittore di Midnight in Paris interpretato da Owen Wilson - scopriamo insieme tutti i libri dei film di Woody Allen.

Woody Allen e Dostoevskij

Dostoevskij è una delle grandi passioni di Woody Allen. E il pensiero dell’autore russo è particolarmente evidente nella pellicola Match Point (2005). Il libro letto dal protagonista all’inizio del film è proprio Delitto e castigo e in qualche modo influenzerà tutto il resto della sceneggiatura. A partire dal monologo iniziale che riguarda il Caso sino all’imprevedibile finale, Allen fa propria l’idea di Dostoevskij, ma non la sua morale.
Nel film di Allen infatti vi è il delitto, ma non il castigo, e la conclusione è pessimista e spietatamente cinica.

Il pensiero di Dostoevskij ritorna a più riprese nella cinematografia del regista. In misura minore, rispetto alla moderna rappresentazione del dramma dostoevskiano realizzata in Match Point, Allen riprende l’autore russo in Crimini e misfatti (1989) dove cita testualmente:

In un mondo senza Dio tutto è permesso

Nell’idea di Allen tuttavia la morale c’è solo per chi la vuole vedere.
Infine nel più recente Irrational Man (2015) con Joaquin Phoenix ed Emma Stone dove il professore di filosofia Lucas (accanito lettore di Dostoevskij) tenta di dare un senso alla propria vita compiendo l’omicidio perfetto. Ma ancora una volta sarà il Caso a rimescolare le carte in tavola.

Allen riprende le tematiche essenziali di Dostoevskij ma le rivisita dal punto di vista di un ateo. Per cui nei film di Allen troviamo la tirannia esistenziale del Caso, senza alcuna forma di redenzione.

Recensione del libro

Delitti senza castigo. Dostoevskij secondo Woody Allen
di Fabrizio Borin

Amore e guerra e la parodia di Tolstoj

In Amore e guerra (1975) Woody opera una sagace parodia dei romanzi russi del XIX secolo.
In una scena il dialogo tra il protagonista Boris e suo padre si basa esclusivamente sulla citazione di classici russi, in una sorta di divertissement geniale e istrionico.

Non dimentichiamo inoltre che già il titolo del film è una rivisitazione del celebre Guerra e pace di Tolstoj. La pellicola è ricca di riferimenti ai grandi autori russi, da Dostoevskij, a Nabokov, sino al già citato Tolstoj.

Io ed Annie: da Kafka a Salinger

Un’altra pellicola emblematica dove il citazionismo di Allen raggiunge i vertici è Io ed Annie (1977). In questo caso il sottotesto letterario è quasi sempre presente.
A partire dal riferimento iniziale all’opera di Thomas Mann:

New York è una città morente, non hai mai letto Morte a Venezia? Non hai letto Morte a Venezia fino a quando non te l’ho comprato io.

Le scaramucce letterarie sono parte integrante della relazione tra la coppia di protagonisti, interpretati dallo stesso Allen e da Diane Keaton. I due sindacalizzano su ogni autore, da Sylvia Plath a Salinger. Memorabile la lite su a chi dei due spetti la copia del Giovane Holden.

Infine, in una scena di intimità tra il protagonista e la sua nuova amante, la donna afferma:

“Fare sesso con te è un’esperienza di tipo kafkiano. E te lo dico come complimento.”

Hannah e le sue sorelle: la poesia

In Hannah e le sue sorelle (1986) , uno dei più grandi successi al botteghino di Woody Allen, i riferimenti letterari non mancano.
In una particolare scena del film il protagonista Elliot regala alla sorella della moglie - della quale è innamorato - un libro di poesie di E.E. Cummings che ha recuperato all’ultimo minuto in libreria.
Consegnando il libro alla donna, l’amata Lee, Elliot dice che a pagina 112 ha evidenziato una poesia che gli ha fatto pensare a lei:

Il tuo più tenue sguardo / facilmente mi aprirà / benché abbia chiuso me stesso / come dita / sempre mi apri petalo per petalo / come la primavera fa / toccando accortamente / misteriosamente la sua / prima rosa / e io non so quello che c’è / in te che chiude e apre / solo qualcosa in me / comprende che è più / profonda la luce dei tuoi / occhi di tutte le rose/ Nessuno / neanche la pioggia ha / così piccole mani.

L’incipit del film è poi una folgorante dissacrazione letteraria: un cinico e ipocondriaco Mickey Sacks, interpretato da Woody stesso, contesta Socrate che "sapete, schiappettava i ragazzini greci" e la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche. La riflessione pone il preambolo di una seria crisi esistenziale che condurrà il personaggio a rivedere la propria vita e tutte le sue aspirazioni.

Milioni di libri scritti su ogni concepibile argomento da tutte queste grandi menti e alla fine nessuno di loro sa più di me sui grandi misteri della vita.

Manhattan e l’educazione sentimentale

In una memorabile scena del film Manhattan il protagonista Isaac, depresso e disteso su un sofà, elenca i motivi per cui vale la pena vivere e cita L’educazione sentimentale di Gustave Flaubert.

Nel monologo di Allen viene sciorinata tutta la vasta cultura del regista e il suo nichilismo di fondo. Pur nella sua comicità il cineasta statunitense non manca mai di ribadire come la condizione umana sia, di fondo, tragica.

Midnight in Paris: l’omaggio letterario per eccellenza

Ma è con Midnight in Paris (2011) che Woody Allen compone il suo personale elogio cinematografico alla letteratura. Nel film i riferimenti letterari si moltiplicano, sino a personificarsi di fatto nei personaggi dei vari scrittori novecenteschi.
Troviamo quindi Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e la consorte Zelda, Ezra Pound, Gertrude Stein.
Allen compone un’opera meta-letteraria basata sul processo creativo di uno scrittore che, di fatto, ricalca il suo percorso di regista geniale e sopra le righe.
Allen si serve della nostalgia per dare corpo a un’epoca ormai scomparsa e usa la fantasia come strumento d’evasione quasi onirica.
Il risultato è uno struggente elogio dell’Arte come àncora di sopravvivenza per l’anima umana.

Si chiude qui la nostra carrellata di libri citati nei film di Woody Allen. Avevate colto tutti i riferimenti letterari? Ne avete scoperti di nuovi? Scriveteceli nei commenti.

leggi anche

Midnight in Paris: i riferimenti letterari nel film di Woody Allen

Recensione del libro

La vita secondo Woody Allen
di Stuart Hample

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tutti i libri nei film di Woody Allen: da Kafka a Dostoevskij

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