Come un fucile carico. La vita di Emily Dickinson
- Autore: Lyndall Gordon
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2017
Nella collana Le vite Fazi edita “Come un fucile carico. La vita di Emily Dickinson” (2017, titolo originale Lives Like Loaded Guns. Emily Dickinson and Her Family’s Feuds, prefazione di Nadia Fusini, traduzione di Marilena Renda), biografia della poetessa statunitense nata il 10 dicembre 1830 ad Amherst dov’è scomparsa il 15 maggio 1886, pubblicata nel 2010 dall’autrice Lyndall Gordon che insegna Letteratura inglese a Oxford.
“La mia vita era stata come un fucile carico”
scrisse nel 1863 Dickinson la quale previde un secolo e mezzo fa di essere tra i pochi “eletti” di ogni tempo.
“La rivelazione dell’Eternità All’Occhio – che riverisce – La colossale sostanza Dell’immortalità”.
Poche frasi di una poesia che fanno comprendere l’anima e il volto di questo prodotto del rigido New England. Considerata tra i maggiori lirici del XIX, Emily rivive nelle pagine del testo accompagnato dall’albero genealogico della famiglia Dickinson, (l’equivalente di una famiglia reale ad Amherst) e impreziosito da molte versi di questa “poetessa della porta accanto”. Gordon con competenza e sensibilità cerca di districare il mistero della “vita sepolta” di Emily, facendo parlare le composizioni poetiche di Dickinson.
Ma prima di leggere la biografia, avverte Nadia Fusini nella Prefazione, occorre ricordare che le “parole” ovvero le poesie di Emily sono state per anni e anni manipolate da altri. Prima ci mise mano da Susan Huntingdon Dickinson, nata Gilbert, moglie del fratello Austin, amica, cognata e assidua lettrice delle poesie di Emily, poi da Lavinia Dickinson, sorella minore di Emily e sua compagna di vita e infine da Mabel Loomis Todd, co-curatrice e poi curatrice dei primi tre volumi delle poesie di Emily Dickinson a lei affidate da Lavinia e della prima raccolta di lettere, nonché amante di Austin e perciò detestata da Emily.
“Maneggiata come una vera e propria arma di aggressione, la miracolosa produzione poetica di Emily si costruisce all’interno di una faida familiare, che spezza la famiglia Dickinson”.
Ecco dunque dipanarsi l’universo emotivo di una donna, gigante della letteratura mondiale, che nel 1855 a 25 anni decise di vivere rinchiusa nella propria camera,
“che identificò come lo spazio della sua libertà”.
Emily spiegò alla nipote Martha che bastava girare la chiave, e “ecco la libertà”, e
“intendeva non quando la chiave apre la porta, ma quando la chiude alle spalle”.
Se è vero che “l’abisso non ha biografi”, come sostenne Dickinson, l’autrice scrive che Emily soffriva di epilessia ricostruendo nel DNA della famiglia questa malattia. Il dottor Jackson quando emise la diagnosi non ne pronunciò il nome, prescrisse la somministrazione di una certa medicina che veniva usata nei casi di epilessia. Inoltre il medico suggerì uno stile di vita ritirato, da reclusa, e le vesti bianche, perché era importante l’igiene. La malattia spiegherebbe perché Emily chiuse dietro di sé la porta della stanza e dietro la porta chiusa visse sempre vestita di bianco fino a 56 anni di età. Serrando la porta alle distrazioni, per trent’anni Emily Dickinson affinò il suo genio nel chiuso della sua camera. A custodire la reclusa vegliarono due donne, la sorella di sangue Lavinia e la sorella d’elezione Susan. Vestita di bianco verginale, il volto privo di labbra perché ciò che aveva da dire Emily lo scriveva, lo guardo sottile e acuto della poetessa osserva il mondo nella cover di questa imperdibile biografia romanzata, che getta una luce nuova su una figura di donna straordinaria, avanti di secoli, “un vulcano silenzioso”.
“La mia vita era rimasta - un fucile carico - / In un angolo - finché un giorno / Il padrone passò - m’identificò - e mi portò via -”.
Come un fucile carico: La vita di Emily Dickinson
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come un fucile carico. La vita di Emily Dickinson
Lascia il tuo commento