Virtù dell’odio. Louis-Ferdinand Céline
- Autore: Piero Sanavio
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2009
Louis-Ferdinand Destouches (1894-1961), meglio noto come Céline, è un fantasma inquietante che infesta la letteratura del Novecento: pare che chi voglia capire la storia della Francia in quel secolo debba misurarsi anche con questa sorta di ombra terribile.
Nel 2009 Piero Sanavio (1930-2019), giornalista e funzionario delle Nazioni Unite, gli ha dedicato il saggio Virtù dell’odio, pubblicato da Raffaelli, nella cui premessa avverte:
“Questo non è un libro esaustivo su Céline e tratta piuttosto di alcuni aspetti dello scrittore”.
Tuttavia, con queste parole, l’autore si è voluto sminuire, in verità l’analisi e la ricostruzione biografica sono approfondite e sufficientemente ampie da consentirci di considerare il volume come un’utile introduzione all’opera dello scrittore francese.
Sanavio non si limita a trattare alcuni temi della produzione dello scrittore d’oltralpe, ma li inserisce nel loro tempo, fornendo un quadro di storia sociale e culturale molto valido. L’odio di Céline per gli ebrei è descritto e studiato con profondità di lettura notevole: giunti all’ultima facciata, ciò che ci spaventa è che in fondo questo razzismo era un prodotto della sua epoca, un tratto che (purtroppo) in Francia accomunava molti uomini scavalcando le tradizionali divisioni politiche, economiche e di livello d’istruzione. Céline non era solo un antisemita, ma anche un “suprematista ariano”.
Per molti, egli sembra essere prima un agghiacciante caso clinico (se ci è concesso il termine irrispettoso) da dissezionare che un artista. Si alimentava di disprezzo, l’intolleranza era la sua musa, la mania di persecuzione una compagna abituale: l’odio, per lui, era ciò che è l’alcol per un etilista. Davanti a questo profilo inaccettabile, la ricerca delle cause è il vero enigma di cui il libro vorrebbe occuparsi; esse si rintracciano certamente nella biografia del romanziere, ma non possiamo esprimerci con assoluta certezza riguardo al “quando” e al “perché”. Il mistero della mente umana rimane impenetrabile, come la lieve coltre di aneddoti che circondano il narratore offrendo ai critici del materiale che vorrebbero mettere sotto le lenti dei loro microscopi interpretativi.
Virtù dell’odio avrebbe meritato maggior successo e circolazione; probabilmente chi riuscirà ad apprezzare Céline da questi capitoli sarà anche affascinato dalle sue opere o, al contrario, le rifiuterà.
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