Una gatta in fuga
- Autore: Vanna Cercenà
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2017
Nella collana Colibrì di Giunti esce “Una gatta in fuga” (2017, illustrazioni di Giulia Dragone) di Vanna Cercenà, favola attualissima che racconta la guerra in Siria vista attraverso gli occhi buffi di una gattina di Damasco, scritta da una delle più importanti autrici italiane di libri per ragazzi, vincitrice nel 2015 del Premio Andersen come migliore scrittrice.
“Sono nata da poco nella casa del Vecchio Saggio”.
A Damasco, in Siria durante la guerra civile, conflitto iniziato nel 2011, una micina di nome Samra, che vuol dire bruna, viveva nella casa di un anziano signore insieme alla mamma gatta e ai suoi cinque fratelli. La gatta, dal mantello colore simile alla corteccia degli alberi, aveva insegnato alla sua cucciolata molte cose, soprattutto il linguaggio degli umani, “per capirli meglio”. Durante un bombardamento, la famiglia felina, era scappata dall’abitazione e, nel fuggi fuggi generale, la gattina aveva perso la mamma e i fratellini.
“Scappo senza sapere dove e attraverso la grande porta entrando nella vecchia città”.
La micia si sentiva spaventata e smarrita mentre si chiedeva il motivo per cui la sua mamma non la cercasse.
“Vicino a me, seduta per terra con le spalle al muro, vedo una bambina”.
La gattina si era trovata accanto a una bambina di otto anni di nome Alya, impaurita come lei, e per infonderle coraggio era saltata sulla sua pancia facendo le fusa. Come risposta la piccola le aveva carezzato la testa e l’aveva portata con sé nella sua casa. C’era stata una battaglia fra i ribelli e gli uomini dell’esercito nei quartieri fuori dalle mura. Il papà Zeid, la mamma Nura e il fratellino minore della bambina, Ferid, abitavano in una confortevole casa circondata da un bel giardino ricco di gelsomini rampicanti profumati e alberi con frutti gialli come il sole. Il naso della gattina, che Alya aveva chiamato Jamyla, in siriano bella, era stato stimolato da un appetitoso odore proveniente dalla cucina. Invece le orecchie di Jamyla avevano catturato i discorsi dei genitori dei bambini.
“Per arrivare in Francia da mio fratello conviene raggiungere l’Italia, perciò io andrei verso l’Egitto per imbarcarci da lì”.
La famiglia siriana, come tante altre, si apprestava ad abbandonare la loro casa e i lori cari in cerca di salvezza. Prima di giungere in un luogo sicuro Alya e i suoi familiari avrebbero dovuto vivere in un campo profughi “una specie di città fatta di case di ferro o di tela tutte uguali” per poi affrontare il periglioso viaggio in mare stipati su barconi rugginosi in balia della crudeltà dei trafficanti di uomini. Alya avrebbe potuto fare affidamento sull’affetto della sua gattina: entrambe erano decise a non lasciarsi mai. Gli occhi acuti di Jamyla narrano la fuga dalla guerra di popolazioni inermi e la sua saggia testolina giudica l’assurdo comportamento degli esseri umani.
“Io gli uomini proprio non li capisco. Perché si buttano addosso delle cose che scoppiano e fanno una gran fiamma?”.
Una lettura avvincente ed emozionante contro l’indifferenza di fronte a chi può essere un ponte per unire popoli lontani e rendere possibile l’incontro tra culture e religioni diverse. In fondo siamo tutti pellegrini e stranieri su questa Terra.
“Alya ed Eliaz si appoggiano alla rete. Non hanno voglia di giocare come me e guardano attraverso la rete, la loro terra ormai lontana”.
Una gatta in fuga
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SARA