Una donna normale di Roberto Costantini

Aba è una donna, come tante, come tutte. Si direbbe una donna normale. Moglie di Paolo, un uomo buono e dolce che allieta le sue giornate, e madre di Francesco e Cristina, due adolescenti a loro modo brillanti che però le danno qualche pensiero, di tanto in tanto. Il tipico ritratto di una famiglia borghese, per così dire. Quasi dimenticavo Tiziana, la migliore amica di Aba dall’innamoramento facile e alla perenne ricerca dell’uomo giusto. Tutto sembra normale, ma anche questa volta c’è di mezzo un grosso ma.

Aba lavora al ministero: un lavoro di routine, potremmo dire: in realtà, quando lavora, si fa chiamare Ice perché Aba è un’agente dei servizi segreti, per la precisione è colei che deve assoldare gli infiltrati nelle moschee. Decisamente un altro lavoro, rispetto a quello che fa credere. Improvvisamente ecco che arriva il giorno buio: si vocifera che un terrorista stia per giungere in Italia. Bisogna fermarlo, certo. Ma come? C’è un solo modo, e non sarà né il più facile, né il più veloce e nemmeno il più sicuro. Solo un uomo può aiutarla, e quell’uomo è destinato a trascinare a fondo con sé chiunque decida di aver contatti con lui. Toccherà la stessa sorte anche ad Aba?

Roberto Costantini, ideatore della Trilogia del Male (Tu sei il male, Alle radici del male e Il male non dimentica) torna in libreria con con una nuova protagonista ne Una donna normale (Longanesi, 2020). E fa centro anche questa volta.

La forza di Costantini, oltre allo stile magnetico, è la capacità di donare ai suoi personaggi un’umanità che ha a dir poco dell’incredibile. Io stesso mi devo impegnare nel ricordare che sto leggendo una storia inventata ad hoc e non una vicenda reale. La dolce e determinata Aba farà breccia in noi così facilmente da lasciarci spiazzati.

Una donna normale è un libro per chi ama i thriller, ma anche a chi ama i libri scritti magnificamente.