Ti racconterò tutte le storie che potrò
- Autore: Salvo Palazzolo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2015
A distanza di oltre trent’anni dall’atroce attentato di via D’Amelio che ha spezzato prematuramente la vita di Paolo Borsellino e della sua scorta, non tramontano la rabbia e lo sgomento di fronte a questa e ad altre feroci stragi mafiose a danno di innocenti. Le ancore di salvezza della signora Agnese Borsellino, da quel terribile 19 luglio 1992, sono state il ricordo incancellabile del marito e l’amore per la famiglia che hanno costruito insieme. Sente quindi la necessità di rendergli omaggio attraverso un libro. È così che nasce questa sua toccante testimonianza, Ti racconterò tutte le storie che potrò (Feltrinelli, 2015, scritta insieme a Salvo Palazzolo) che permette di conoscerlo non solo come giudice, ma anche come uomo.
Chi era dunque Paolo Borsellino, oltre al magistrato che tutti conosciamo? Un marito e un padre affettuoso e sempre presente. Grande amico del collega, l’indimenticabile Giovanni Falcone, a cui era legato da un sincero rapporto di affetto e di stima. Instancabile e meticoloso professionista, riservato e fondamentalmente timido, ma anche amante degli scherzi e dotato di senso dell’umorismo e di un’ironia sottile. Questo e molto altro emerge sulla sua personalità, anche grazie a numerosi aneddoti di vita quotidiana (oltre ad alcune foto tratte dall’album di famiglia), custoditi nella memoria di Agnese come tesori preziosi. Momenti divertenti, gioiosi, sereni, ma anche di grande paura e smarrimento: con il procedere delle indagini del pool antimafia di cui lui faceva parte, ogni aspetto della vita diventa blindato, con pesanti rinunce e sacrifici a livello familiare.
L’intuizione più sconvolgente a cui giunge insieme ai suoi collaboratori riguarda la connessione tra Cosa Nostra e personaggi influenti della politica e dell’economia.
Questa è una battaglia difficile, difficilissima. Tanti, troppi uomini delle istituzioni fanno finta di non sentire.
Crescono le minacce e il senso di isolamento, ma questo non frena il suo impegno, né quello di Giovanni Falcone e del resto della squadra antimafia. Il cerchio si fa sempre più stretto, fino a giungere allo storico maxiprocesso del 1986, uno dei colpi più duri inflitti dallo Stato alla criminalità organizzata che portò a centinaia di condanne per reati di stampo mafioso.
Eppure, nonostante questo impegno straordinario per Palermo, i magistrati del pool antimafia vengono guardati con un certo sospetto.
Quanta amarezza in queste parole di Agnese. Nonostante tutto, ha grandi speranze per il futuro dell’Italia; ha fiducia soprattutto nei giovani e nel loro slancio vitale volto a costruire un mondo migliore. Racconta infatti che sono stati in tantissimi ad averla sostenuta negli anni attraverso lettere di solidarietà e iniziative in memoria di suo marito. A un certo punto del libro immagina di potersi rivolgere ancora al suo Paolo, scrivendogli queste parole:
Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia; ho idealmente adottato tanti altri figli, uniti nel tuo ricordo dal Nord al Sud. Non siamo soli.
Alla fine della lettura, sembra davvero di aver conosciuto personalmente Paolo Borsellino: non una figura eroica astratta e distaccata dal mondo reale, ma un uomo in carne e ossa, in tutta la sua complessità.
Una delle frasi che meglio lo rappresentano è la seguente:
È normale che esista la paura in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Questo libro arriva dritto al cuore perché è delicato e forte allo stesso tempo, mantenendo fino alla fine uno sguardo lucido sui fatti del passato e positivo riguardo al futuro. L’impatto emotivo è presente in ogni parola, senza mai cadere nella retorica.
Ti racconterò tutte le storie che potrò
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