

Suicidi imperfetti
- Autore: Fabrizio Coscia
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Non è necessario tentare di uccidersi solo se si è degli artisti che entrano, volontariamente o meno, in un pozzo nero, dove tutto quello che hanno creato o scritto cade nell’insignificanza. Ma sicuramente fanno notizia, addolorano i loro lettori e i fruitori del loro talento. Fabrizio Coscia, in questo prezioso e smilzo libro dal titolo Suicidi imperfetti (Editoriale scientifica, 2024), si applica sulle morti riuscite.
Si inizia con David Forster Wallace, che si impiccò a quarantasei anni, lasciando una moglie e due cani che lo adoravano. Coscia sottolinea il fatto che lo scrittore abbia sempre avuto un cane sin da piccolo, anche se già soffriva di depressione e di ansia. Non aveva paura dei suoi "figli" cani, li baciava, li rimproverava, ma erano il suo mondo, con loro e la moglie erano una famiglia a tutti gli effetti. Ma poi arriva una disperazione tale che stare su questo mondo non è più possibile.
In tutti i suicidi riportati dallo scrittore ci sono delle scelte da fare, non in Primo Levi ma in Cesare Pavese c’è questo aspetto, e metterli tutti sarebbe stato compilare un elenco telefonico piuttosto macabro. Pavese si era innamorato di un’americana, l’attrice Constance Dowling, che aveva interpretato solo piccoli ruoli e aspettava la telefonata da Hollywood. Anche la sorella di Connie, Doris, era in Italia e Pavese trascura il suo lavoro e la sua scrittura per fare delle sceneggiature per le due, magari uno script dove entrambi amano lo stesso uomo. In realtà lo scrittore non aveva la capacità di entrare nei gusti degli spettatori.
Coscia non scrive mai un capitolo dove preferisce questo o quella. Si parla di suicidio, accidenti, dove alcune storie sono frutto di una documentazione serrata. Non di meno si capisce che di Foster Wallace, oltre al fatto in sé, gli dispiace per i suoi figli "cani" e, anche se ne hanno scritto in tantissimi, un capitolo molto bello, nitido, sulla morte di Marilyn Monroe ci f sembrare come se non sapessimo nulla.
Coscia mantiene lo stesso tono, che sia Salgari o Sarah Kane. Ma, come già scritto, ha sofferto molto per alcuni, per altri pure, però dovendo fare più fatica.
Come dice l’autore:
Perché quel suicidio sembra richiamarci con perentorietà a una idea che generalmente preferiamo ignorare, ovvero che la creatività si nutre, quasi sempre, del lato oscuro della vita.
Questo lato oscuro lo troviamo in entrambi i sessi, ma nelle donne artiste e scrittrici è più visibile.
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