Semiramide
- Autore: Claudia Salvatori
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Semiramide, una e tante, ogni tipo donna e il suo opposto. La nuora Tasbe, sposa del re d’Assiria e Babilonia nata dai grandi di Ninive, parla con risentimento della Grande Regina, la Signora del Tutto, alla quale è costretta a prostrarsi pur avendo sposato il figlio e dato dei nipoti, tra i quali indicare l’erede, che la suocera non ha mai scelto. In realtà, chi racconta è Claudia Salvatori, fumettista, autrice di thriller e romanzi storici come questo, originale come pochi, Semiramide, pubblicato nel 2020 da Epika Edizioni di Valsamoggia, nel Bolognese (227 pagine).
Medico e guaritrice, Tasbe è una delle quattro voci narranti – la nuora rivale, un generale, una sacerdotessa, un attore – che descrivono ciascuna dal proprio punto di vista contrastante l’intensa e controversa figura femminile, attiva nel IX-VIII secolo avanti Cristo. Mentre Roma doveva ancora nascere, tra il Tigri e l’Eufrate prosperava una civiltà avanzata, guidata da una donna. Per il mondo latino era Semiramide, nei ritrovamenti archeologici Sammuramat.
La sua vita pubblica e privata ci è giunta in versioni discordanti: tiranna sanguinaria, fondatrice illuminata; donna di rara bellezza, appariscente travestito; guerrafondaia, pacifista; promotrice di un tentativo di svolta religiosa monoteista; ideatrice dei giardini pensili; ninfomane; madre incestuosa; omicida seriale; assassina del figlio; assassinata dal figlio.
A detta della nuora, l’onnipotente vedova regnante è una sovrana assoluta, prepotente e superba. Si abbandona a tutti i piaceri, con uomini, donne, finanche con l’adorato cavallo Enlil.
Per il condottiero Samsilu, grande guerriero che odia le conseguenze dei conflitti, la vista del sangue e dei corpi straziati, tutte le storie che si raccontano su di lei non rispondono al vero. Non si è mai prostituita e, se l’erede l’aveva rivendicata per lussuria, aveva trovato la protezione nel fratello minore di questi, Samsiadad, che si era scontrato col primogenito Assurdanipal, accusandolo di aver tramato coi re vicini. Una guerra civile si era conclusa con la sconfitta del traditore e il matrimonio del vincitore con la bellissima Sammuramat.
La veggente e sacerdotessa Ioanna è certa che Semiramide sia nata in Siria, dall’unione sacrilega tra una dea delle acque e un ufficiale assiro. Ishtar aveva punito la vergine sconsacrata con la pazzia (che l’aveva spinta ad uccidere l’amante) comminando successivamente la punizione nella trasformazione in sirena: volto di donna, corpo di pesce. La neonata era stata cresciuta dai sacerdoti di Nabu, incantati dalla sua bellezza. C’è in Oriente chi nega le origini divine, chi la ritiene di natali non regali ma nobili e chi la vuole generata da una tribù di pastori siriaci. Ma nessuno contesta il fascino, le doti che la mettono al di sopra delle altre donne, i capelli ramati, il volto che sembra emanare luce.
Mutarris, attore, coreuta, cantastorie, ha sentito parlare di Semiramide nel bene e nel male. Girano molte storie su di lei, che si sia fatta strada prostituendosi al vecchio re e anche ai due eredi, ma conoscendo il monarca è difficile che si sia fatto abbindolare da una cortigiana e che Samsiadad sia stato tanto sciocco da farsi convincere a sposarla. Altri ancora giurano che Assurdanipal l’avesse rapita e che il minore fosse corso a battersi per liberarla. Quello ch’è certo è che si è unita a Samsiadad ed è diventata la Signora Regale, contro ogni tradizione e malgrado l’opposizione di una parte dei nobili.
Le quattro voci si alternano in un coro disarmonico, nel racconto pagina dopo pagina della vita di Semiramide. Ovviamente, è Claudia Salvatori a tratteggiare sotto tanti aspetti contraddittori quella donna straordinaria e la sua epoca. Ritiene che le tante “facce” emergano dall’immaginario che si è stratificato nel tempo, oltre al complesso delle fonti che la riguardano, dalle tavolette cuneiformi alla letteratura, fino all’opera lirica e al cinema. C’è la Semiramide del mito, una semidea, capace di costruire città e fortune. C’è quella ricostruita passo dopo passo dagli archeologi, che conduce guerre, unifica, fa prosperare una civiltà, riedifica Babilonia. E c’è quella romanzata dai biografi e dagli agiografi, Ctesia, Diodoro Siculo e altri, che l’hanno trattata come fanno oggi le riviste di gossip con le grandi star.
Ci sarebbe una quarta, quella cara alla scrittrice genovese. Per l’autrice, emerge dai millenni una donna che ha vissuto intensamente, amato, progettato, tentato di cambiare il mondo. Le quattro identità corrispondono alle quattro Semiramide, raccontate dalle quattro voci. Di queste, Samsilu è l’unico personaggio storico, comandante delle armate assire. La difficoltà maggiore incontrata da Claudia Salvatori è stata “collocare e sceneggiare” nella storia notizie provenienti dal mito, quasi mai fondate su documenti dell’epoca. E qualche licenza ha voluto pure concedersela, inserendo e reinterpretando liberamente elementi tratti dal vasto materiale leggendario.
“Dea” o “disadattata”, questa Semiramide-Sammuramat è un personaggio vivo, sotto tanti aspetti una donna moderna, che affiora da un mare di menzogne e se ne emancipa, spiccando il volo, come piace immaginare alla sua nuova biografa, tre millenni più avanti.
Semiramide
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