Scarpe italiane
- Autore: Henning Mankell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2011
Il tema della solitudine catalizza sempre l’interesse letterario poiché è portatore di grandi riflessioni ed importanti scoperte. C’è un romanzo, “Scarpe italiane”, pubblicato da Marsilio Editore nel 2011, il cui autore è Henning Mankell, uno dei maestri del giallo scandinavo, che descrive a meraviglia questo stato di totale “rifiuto della vita” da parte del protagonista, in una Svezia i cui ghiacci riflettono proprio la sua condizione di essere solo. Qui però l’autore si è cimentato con un genere diverso, confrontandosi con il tema della malattia e della morte. Due persone anziane, ritrovandosi, non possono amarsi come farebbero i giovani, e inevitabile diventa fare un bilancio della vita.
È la storia del sessantaseienne Fredrik Welin, un ex chirurgo, che tredici anni prima si è ritirato in un’isola al largo di Stoccolma, e vive completamente circondato dal ghiaccio del rigido inverno svedese. Con lui, solo un cane, un gatto e un formicaio. La monotonia delle sue giornate è spezzata dall’arrivo del postino e dal fatto che, per sentirsi vivo, egli faccia ogni giorno un buco nel ghiaccio e si immerga nudo nell’acqua gelida per alcuni minuti.
“Sempre, quando fa freddo, mi sento più solo. Il freddo fuori dalla finestra mi ricorda il freddo del mio stesso corpo. Sono attaccato da due direzioni. Ma resisto, contro il gelo e contro la solitudine. È per questo che ogni mattina faccio un buco nel ghiaccio. Se là fuori, nella baia gelata, ci fosse qualcuno a osservarmi con un binocolo, potrebbe credere che sono pazzo e che sto preparando la mia morte. Un uomo nudo, nel freddo gelido, con un’accetta in mano, che sta facendo un buco nel ghiaccio?”
Qualche annotazione in un diario, giusto per tenere allenata la mente, e null’altro. Il fatto è che Fredrik Welin sta espiando una grave colpa, un episodio avvenuto nella sua vita che lo ha sconvolto e che lo ha spinto a ritirarsi in solitudine, interrompendo ogni rapporto col mondo.
Un giorno giunge sulla sua isola l’anziana Harriet, gravemente malata, che egli aveva amato in gioventù e abbandonato senza troppe spiegazioni. Dopo quasi quarant’anni, la donna vuole che Fredrik mantenga una promessa che le aveva fatto, portarla a vedere un lago di cui le aveva parlato, dove a sua volta suo padre aveva portato lui da bambino. Inizia quindi un viaggio, che però fra due persone anziane, di cui una molto malata, è anche preparatorio per ciò che verrà in seguito.
In questo libro il protagonista di Mankell non è alla ricerca di un assassino ma semplicemente della verità, di se stesso, di ciò che è accaduto. E dopo varie rivelazioni e allusioni all’importanza delle calzature come metafora amorosa, si scopre tutta l’essenza di questa storia, che altro non è se non un romanzo che celebra la nostalgia dell’amore e la malinconia della vita che sta per finire.
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