Rimorsi di Enrico Pandiani

Enrico Pandiani ha messo su un noir dal titolo Rimorsi (Rizzoli, 2025), che è pieno di situazioni, di trame e di fantasmi del passato. Quattro delinquenti che conoscono due lingue, l’italiano e il francese, vorrebbero tornare a una vita tranquilla, serena, dove dire buongiorno non significa seguire la persona che ti ha fatto un saluto.
Ma la libertà ha un prezzo e molti sono i rimorsi per il male già fatto. Max, Abdel, Sanda e Vittoria non sono ancora liberi e vivono a Torino, una città che Pandiani trova ottima per scriverci un noir; non ancora metropoli, il centro città che sembra di un secolo fa. Luci non accecanti, bar e ristoranti dove i camerieri hanno un’educazione sabauda e rispettano il silenzio e la discrezione. Ma in realtà, tolta la "glassa", Torino è una città in espansione, coi supermercati e le baby gang nei quartieri disagiati. Proprio i quattro latitanti vengono messi in casi impossibili, pena di nuovo le galere d’Oltralpe. Si ritrovano in un puzzle che anche a noi lettori sembra impossibile. Tutto nasce da una donna trovata nel cemento, forse ancora viva, con i segni delle mani che grattano il calcestruzzo, e poi la morte di una donna ai giorni nostri che non ha niente a che fare con Teresa che ora ha un cognome, Fissore, con alle spalle dei vissuti problematici che spesso hanno a che fare con gente misera, che vuole dei soldi subito a chi ricatta. E ci sono, dunque, i ricattati e poi un night club, che sembra non impensierire Sanda dal momento che è di colore, altissima, che con un vestito estivo e dei tacchi non alti supera tutta la fila di nottambuli, di uomini soli, grassi e ricchi che cercano l’amore in posti del genere.
Sapere come è morta Teresa è un puzzle che vedrà i quattro latitanti costantemente in pericolo. Purtroppo dire oltre sembra cattiveria per chi vuole acquistarlo. Rimorsi è un noir anomalo, intriso di ironia, che sembra voler dire che noi tutti, lettori inclusi, dobbiamo fare attenzione ai rimorsi, nell’accezione negativa. Troppo volte commettiamo anche sciocchezze che per un’altra persona possono significare qualcosa. L’ultimo libro di Enrico Pandiani non è un noir semplice, per sottotrame e ricordi, e a noi lettori rimane impressa la Torino contemporanea, bella, che a breve diverrà anch’essa una megalopoli, ma il centro città e la Mole Antonelliana resistono.