Rabbia
- Autore: Chuck Palahniuk
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2007
E se la realtà non fosse altro che una malattia? Con questa domanda, assai inquietante, ci si propone il romanzo di Palahniuk "Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey", pubblicato da Mondadori nel 2007. Un romanzo decisamente originale già nel modo nel quale è stato concepito: la biografia orale, che per la forma assunta diventa scritta, di un personaggio ritenuto uno dei peggiori serial killer contemporanei (ovviamente di fantasia) in quanto volontario untore di una malattia infettiva ad alto contagio. Fin qui tutto bene, nel senso che detto così sembrerebbe un reportage giornalistico che ha come soggetto una personalità da thriller psicologico, ma non è affatto così. E’ la ‘Realtà’ ad essere il soggetto principale di questa storia di ordinaria follia, con tutte le sue assurde sfaccettature, raccontata da persone diverse che hanno il compito di testimoniare la capacità, tutta umana, di interpretare dati oggettivi con una discrezionalità del tutto arbitraria.
Allora le domande che sorgono spontanee sono: e se la realtà non fosse affatto un dato concreto? E se il tempo non fosse una linea retta ma un cerchio o una serie di punti sparsi a casaccio? E se la società non fosse altro che un sistema organizzato da chi, manovrando i fili dall’alto, la costruisce a suo piacimento? In questo caso il nostro killer si trasforma pian piano in un anti-eroe per divenire infine l’eroe involontario incaricato di avvalorare tutto questo.
Buster Rant Casey nasce nella provincia americana e quasi per gioco inizia a contattare esperienze estreme attraverso le quali contrarrà la rabbia, una malattia contagiosa che a lungo andare rende gli umani simili alle bestie. Abbandonata la provincia e i suoi mostruosi conformismi, inizia la vita adulta in un contesto metropolitano dove, in uno scenario futuro quanto mai attuale, l’umanità si distingue in due turnazioni di esistenza, i diurni e i notturni, nettamente separati da rigide regole da coprifuoco. Come nelle migliori tradizioni urbane, una pratica compulsiva di socialità impegna i giovani in esperienze estreme che mettono in continuo rischio la loro vita, il party crashing. Il mondo è in preda al delirio. Intere generazioni, omologate attraverso le trasmissioni neurali, incanalano esperienze di vita fittizie attraverso porte di accesso così proprio come i computer con le loro porte usb. E forse la rabbia non è che un’estrema difesa.
Una storia di ordinaria follia, così ordinariamente folle da sembrare la metafora disperata della società contemporanea, che però – in pieno stile palahniukiano - ci ricorda al contempo l’urgenza di trovare un senso ad un’umanità allo sbaraglio.
L’autore ci inocula in modo assolutamente doloroso, e quanto mai ironico, una serie di ipotesi su un mondo reale che sempre più spesso gli uomini tentano di ignorare, tuffandoci senza salvagente negli abissi dell’animo umano, in un cerchio che sembra non trovare mai la giusta quadratura.
Una realtà tanto inconcepibile quanto possibile.
’Rabbia’ diventa così l’allegoria vivente della disperazione esistenziale verso la quale l’umanità muove i suoi passi incerti.
Detto così somiglia ad un trattato sulla vita dalla visione pessimistica, se non fosse che prenderne coscienza non rappresenta altro che la pulsante capacità di risveglio che l’umanità stessa cova dentro di sé, da tempi immemorabili. Il futuro è alle porte, allora ecco lì che il cerchio si chiude.
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