

Poveri a noi
- Autore: Elvio Carrieri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
È un libro interessante l’esordio del giovanissimo Elvio Carrieri che pubblica Poveri a noi con la casa editrice Ventanas (2024), finendo nella dozzina dello Strega. Una piacevole ventata d’aria fresca nel panorama letterario contemporaneo che ci guida, con una scrittura asciutta e scorrevole, ironica e bruciante, nella Bari degli ecomostri che si fondono armoniosamente nel paesaggio, città che più di ogni altra è stata disposta a sacrificare la propria storia e il proprio passato, venduta al dio denaro delle speculazioni edilizie e delle mazzette. È un atto d’amore per la propria terra, la condanna a chi ha abbattuto palazzi storici ma anche nei confronti di chi ha ceduto, vendendo le proprie case. La Puglia degli spatriati, che manda nel mondo i propri figli per accogliere i turisti, che si è venduta e autodistrutta. Questo lo sfondo della storia.
Libero, “il Prfssò”, lavora come insegnante di letteratura in un carcere, assume Lexotan, gli trema la mano, si sente inutile e ha un immaginario amico in Polemos, che lo accompagna nelle sue innumerevoli costruzioni mentali di cui è disseminato il libro. Filosofeggia, invece di vivere. È lo stereotipo perfetto, in negativo, dell’uomo di lettere. Il debito con Svevo si percepisce netto: lottatori o contemplatori? Guardarsi vivere o vivere veramente? Questo il dilemma di Libero, che in un finale inaspettato farà i conti con sé stesso e con il proprio passato.
Il personaggio del Prfssò consente di dare spazio al tema forse più importante della storia, ovvero una riflessione attorno alla letteratura, al suo ruolo oggi, nella società degli smartphone, del machismo e della corruzione: è Niko, uno studente sessantenne detenuto nel carcere di Bari dove Libero lavora, che ci mostra in poche battute tutta la potente bellezza della letteratura quando, nel cuore della violenza del carcere, trova sollievo nei versi di Leopardi che il Prfssò gli legge.
Con ironia, Elvio Carrieri mostra l’inutilità della letteratura per evidenziare in realtà quanto sia per gli uomini, oggi più che mai, indispensabile. Scoprire che il mondo ha bisogno della gente di lettere e liberarla dallo stereotipo di chi la vuole inutile e con la testa tra le nuvole, ridare dignità alla poesia e alla letteratura: forse potrebbe essere questa la strada verso la salvezza. Il solo antidoto alla violenza, alla noia e alla stanchezza dell’anima che domina nel carcere e che genera violenza, pare essere infatti soltanto la poesia. Del resto Libero afferma di credere in una giustizia poetica, la sola giustizia giusta.
Assieme a Libero, incontriamo anche Plinio, il cui vero nome è Felice, suo amico fin dall’adolescenza, e Letizia, il suo giovane amore. Libero e Felice: due nomi che sono anche qualità che questo libro esalta e invita a ricercare in ogni istante, fino alla fine.

Poveri a noi
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