Pleased to meet you. Spigolature pop
- Autore: Massimo Cotto
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Per i quattro balbuzienti di inglese che ci leggono: "pleased to meet you" sta, più o meno, per "piacere di conoscerla". Un modo appena un po’ desueto di salutare, una locuzione gentile per rompere il ghiaccio al primo appuntamento. Sulla scorta della sua vocazione on the road, chissà quante volte sarà scappato di dirlo a Massimo Cotto: le sue agendine sono roba che scotta, fitte così di impegni, indirizzi, numeri di telefono del jet set che canta e suona. Al punto che Gianni Minà, a confronto, è poco più che un principiante fermo ancora a Fidel Castro, Cassius Clay e Maradona. Ovvio che scherzo, quello che non scherza per niente in fatto di scrittura è il Cotto di cui sopra, che scrive articoli e libri sulla musica come se niente fosse - pare lo faccia più o meno dai tempi dei sumeri, anche se non è così tanto vecchio - e, di tanto in tanto, si butta anche sulla narrativa: questo “Pleased to meet you. Spigolature pop” (Vololibero, 2013) è un po’ l’uno e un po’ l’altro, libro di racconti e saggio musicale spurio al tempo stesso. E’ anche un block notes di pensieri buoni e cattivi sul senso della vita e quello di essere una popstar. Duecento istantanee vip, vite che altrimenti potresti soltanto immaginare, celebrities del rock viste da vicino, illuminate attraverso una nota, un aneddoto, un tic, un epitaffio, un episodio. Cantanti e "cantantesse" (più qualche regista e attore), incrociati di persona uno per uno, dal primo all’ultimo, per caso o per necessità, per un’intervista o uno scherzo del destino, perché questo è quello che può succedere ai girovaghi della musica come Massimo Cotto. Ancora: “Pleased to meet you” è pieno così di chitarre, America, geni, concerti, front man rosiconi, e altri ipocondriaci, incompresi, guru dell’hard rock, belli & dannati, in stato di perenne ebbrezza etilica o sull’orlo di una psicosi, generosi e taccagni, neo-messia, sul viale del tramonto o nel floruit del loro splendore pop.
L’indice dei nomi chiamati a raccolta in questo libro è così esteso (e illustre) che quasi fatichi a crederci che uno che viene da Asti (e Massimo Cotto viene da Asti) sia stato capace di tanto in una mezza vita sola. La prova provata di come, a volte, i sogni si avverino e i miracoli succedano sul serio: "Pleased to meet you" spiega bene il come e il perché.
La prefazione è di Roberto Vecchioni che centra il nocciolo autentico del libro:
“Cosa coglie Cotto del mondo del jet set? Cosa coglie del suo mondo privato? Coglie l’ineffabile leggerezza dell’essere, che per i divi è un peso, un macigno e per lui in persona è una pioggia di piume esistenziali che lo sfiorano e accarezzano. Che un giornalista un po’ Twain, un po’ Wilde, molto Campanile, furoreggi nei divismi riconducendoli a puttanate omologhe nell’una e nell’altra star, fa bene al cuore e ci rinforza nella convinzione di non essere soli nell’universo”.
Come si può evincere a questo punto, “Pleased to meet you” riesce anche ad essere un lavoro sincero e stratificato: da non perdere assolutamente.
Pleased to meet you. Spigolature pop
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