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Recensioni di libri

Ombre di Valentino Appoloni

Valentino Appoloni presenta la sua raccolta di racconti, con scenari vari figli dell’assurdo, in cui surrealismo e attenzione alla storia convivono egregiamente.

Redazione - Valentino Appoloni Pubblicato il 26-11-2014

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Ombre

Ombre

  • Autore: Valentino Appoloni
  • Genere: Raccolte di racconti
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2013

Valentino Appoloni, collaboratore di SoloLibri.net, presenta la sua raccolta di racconti "Ombre".

  • Valentino, hai scritto Ombre, un libro di racconti. In generale i racconti sono meno apprezzati rispetto ai romanzi. Che cosa ne pensi?

In effetti, il racconto è spesso considerato un genere minore, quasi un apprendistato prima di scrivere un romanzo. Ma penso che il Nobel ad Alice Munro, costituisca una svolta. A me il racconto piace perché nella forma breve non ci si può nascondere. In un romanzo anche i temi più pesanti o delicati come l’angoscia, la paura, il dolore, si possono alleggerire grazie alla forma lunga. Nella narrazione breve invece c’è una potenza che non si può limitare; in questo vedo la forza dell’autenticità. Il graffio di un bel racconto ha qualcosa di ribelle, è un graffio che va direttamente sulla carne. Penso a certi testi di Kafka, brevissimi ma densi di temi, come La partenza, oppure L’assassinio di via Belpoggio di Italo Svevo in cui siamo subito gettati davanti alla scena di un delitto appena compiuto in strada.

  • Perché il titolo Ombre?

Perché c’è un lato sfuggente e ambiguo della realtà di fronte al quale gli strumenti razionali non sono sufficienti. La realtà non è mai un cristallo, ma è opaca. I miei personaggi per trovare una via d’uscita devono pensare in modo diverso dal loro solito. La fantasia e il sogno possono essere mezzi utili per avere qualche elemento in più nel muoversi davanti a situazioni quasi indecifrabili. Mi è piaciuto giocare con alcuni aspetti surreali; le cose (i libri, gli oggetti, le statue...) possono avere un’anima e nascondere un’insidia.

  • I racconti di Ombre sono molti. Quali sono le principali ambientazioni?

Amo la letteratura russa e tedesca, così come certe atmosfere di cui Dino Buzzati è stato un maestro. In alcuni casi le ambientazioni sono quelle di città europee colte sul finire dell’Ottocento, in altri non c’è un periodo storico specifico. Nella prigione è un racconto ambientato in un vecchio carcere abbandonato che si trova nella mia città, Verona. Ne Il Trascrittore ho immaginato un bizzarro Toulouse-Lautrec nelle strade di una metropoli divisa, come fu a lungo Berlino. Un altro testo, Il sosia, mi è stato ispirato da una stretta stradina vicino al fiume Adige in cui spesso sono passato. Verona e il suo centro storico sono riconoscibili anche in altri racconti, come Le statue. Poiché sono appassionato di storia (in particolare della Grande Guerra), alcuni testi rimandano a quel periodo. Cerco sempre di dare una nota surreale, con situazioni estreme che i protagonisti vivono o … credono di vivere. Mi ha sempre impressionato il fantastico che irrompe in una situazione di apparente ordine; ad esempio, ricordo in Kafka, la scena del Processo in cui K. scova in un ripostiglio vicino al suo ufficio i due poliziotti che lo avevano arrestato, mentre vengono presi a vergate da un terzo personaggio. Siamo nella banca di una città moderna in cui lavora il protagonista ed ecco che si aprono queste scene improvvise che come spezzoni di un incubo squarciano la normalità. È una pagina che “concettualmente” mi ha sempre appassionato.

  • Ci sono temi morali nei tuoi racconti?

Sì, si sente l’esigenza di una giustizia spesso cercata invano; talvolta sono la sorte o Dio a riportare l’equilibrio sconvolto dagli uomini, ma quando questo accade, l’impatto è sempre violento e devastante. Come ne I cani, I libri, Sveglia o Le statue. A volte non ci sono colpe specifiche, eppure i protagonisti si sentono inseguiti e braccati.

  • Perciò convivono surrealismo e attenzione verso la storia nei tuoi racconti. Sono questi gli aspetti salienti del libro?

Sì. Il racconto più surrealista è senz’altro Il dubbio del doppio, ambientato in una città russa. Per i racconti più legati a temi storici, cito volentieri In trincea e L’eroe; quest’ultimo racconto l’ho scritto ispirandomi per la forma al memorabile Il sottotenente Gustli di Arthur Schnitzler. Lo sfondo comune è dato dal fatto che gli scenari dei vari racconti sono figli dell’assurdo, ci sono prigioni, dedali di strade buie, labirinti e città che come gigantesche ragnatele attendono un uomo sempre in cerca di risposte.

Saluto cordialmente la redazione e i lettori, ricordando che potrete trovare Ombre come libro ed E-book presso tutti i principali portali di commercio on line.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ombre

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