Natale con i fantasmi
- Autore: Aa. Vv.
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2021
Nella collana “I Narratori delle Tavole” Neri Pozza pubblica Natale con i fantasmi (2021, titolo originale The Haunting Season, traduzione dall’inglese di Simona Fefè), una raccolta di racconti scritti da autori vari.
“Sì, era proprio così. La casa gli aveva fatto venire in mente il gioco degli scacchi”.
Otto autori di bestseller: Bridget Collins con Uno studio in bianco e nero, Imogen Hermes Gowar con L’inquilina di casa Thwaite, Kiran Millwood Hargrave con Isolamento, Andrew Michael Hurley con Sempreverdi di Natale, Jess Kidd con Lily Wilt. Ovvero del giglio appassito, Elizabeth Macneal con Mostro, Natasha Pulley con I cantori delle anguille e Laura Purcell con La sedia di Chillingham.
Tutti eccelsi maestri narratori del sinistro e dello spettrale, riuniti in una raccolta che fa venire i brividi e non solo perché siamo nel mese di dicembre e fuori si gela. Se davvero fuori casa fa freddo e fiocchi di neve scendono lenti dal cielo, non c’è niente di meglio che raggomitolarsi sulla poltrona, sotto una calda coperta di cachemire, accanto al caminetto, semmai un gatto che fa le fusa come compagnia, leggendo questi racconti che coinvolgono, impauriscono, ma attraggono fino all’ultima pagina. Storie raccontate in maniera impeccabile, ipnotiche, per rinverdire la nobile tradizione della narrativa dell’orrore e del soprannaturale. È vero, a Natale, siamo tutti più buoni, però mai come in questo magico periodo dell’anno si è attratti da questo tipo di racconti spettrali, da gustare durante le lunghe sere invernali. E in queste pagine il lettore amante del genere troverà pane per i suoi denti: una tenuta infestata dove sarà giocata una sinistra partita di scacchi, gelide paludi della campagna inglese, e un colorito mercato natalizio londinese…
Uno studio in bianco e nero
Forse, se non si fosse fermato ad asciugarsi la fronte proprio in quel punto, Morton non avrebbe notato la casa bianca e nera. Scorse una casa come tante, antica, in legno e in muratura, circondata da un sobrio giardino all’italiana. Morton rimase un bel po’ a sbirciare da dietro le sbarre del cancello, lì vi regnava una quiete particolare, inoltre quel posto gli ricordava qualcosa. Ma cosa? Guardando l’abitazione da un’altra prospettiva, sempre in sella alla sua bicicletta, Morton ebbe modo di notare diverse file di figure in arte topiaria su due lati di un ampio viale. Erano alberi potati in forme elaborate e familiari: torri, cavalli, alfieri, re e regine, con davanti i lunghi ranghi dei pedoni. Ora aveva finalmente compreso: la casa gli aveva fatto venire in mente il gioco degli scacchi. Fermatosi a mangiare in una famosa e antica locanda, al termine di un lauto pasto, aveva domandato alla cameriera:
“Per caso, conoscete una casa verso est, con gli alberi a forma di pezzi di scacchi?”
Morton aveva colto un lampo di diffidenza sul volto della cameriera, mentre la donna esitava a rispondere:
“Il proprietario non è di queste parti. Il vecchio è stato l’ultimo”.
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