Miele
- Autore: Ian McEwan
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2012
Appuntamento imperdibile con la grande letteratura, o almeno a me sembra che tale sia quella di Ian McEwan, qui alle prese con un lungo e forse un po’ complesso romanzo, che abbraccia un breve arco di tempo dei primi anni Settanta.
Pubblicato da Einaudi a novembre 2012, Miele ha come protagonisti una bella e giovane figlia di un pastore della Chiesa anglicana, il Vescovo, come lo chiama ironicamente Serena Frome, e gli uomini che le ruotano intorno. Infatti Serena, studentessa di matematica poco talentuosa, laureata a Cambridge, vorace lettrice di romanzi commerciali in edizione tascabile, incontra un professore cinquantenne, Tony Canning, che, novello Pigmalione, dopo averla sedotta con la sua cultura, le sue abitudini alto borghesi, il suo savoir faire, i suoi raffinati gusti in fatto di letture e di cibi, dopo averla amata e posseduta per qualche mese, la abbandona senza spiegazioni e sparisce.
Negli stessi giorni Serena affronta un difficile colloquio e ottiene, quasi miracolosamente, un posto di lavoro all’MI5, il Servizio Segreto britannico. La sua posizione non è brillante, ma è un lavoro fisso e con lei lavora Shirley, grassoccia e lentigginosa, a cui Serena si lega; c’è anche il superiore a cui la ragazza deve riferire, Max, con cui intraprende una sorta di amicizia più intima, destinata però a concludersi presto: lui è fidanzato con un’altra. Mentre dunque Serena trascorre le sue serate al pub, senza un soldo, insieme all’amica Shirley, viene improvvisamente convocata ai piani più alti del suo ufficio e incaricata di una vera missione segreta: dovrà abbordare uno squattrinato scrittore esordiente, Tom Haley, e promettergli un finanziamento proveniente da una fondazione culturale che gli permetterà di scrivere, possibilmente un romanzo, perché di lui si intuisce la potenziale tendenza ad essere un patriota occidentalista, in campo contro il blocco sovietico e la dittatura comunista: una guerra fredda culturale, segretissima, che prende il nome in codice di Miele, a cui Serena partecipa come agente segreto.
Naturalmente la ragazza, che ha divorato i racconti scritti da Haley e ne è rimasta affascinata, subirà presto il fascino del suo autore e in breve i due saranno travolti da una passione incontenibile. Come gestire il doppio gioco? Serena è sempre in procinto di rivelare al suo amante il suo ruolo di spia, ma non ne trova mai il coraggio e prosegue la relazione, piena di sesso, ostriche e champagne (a spese dell’amministrazione) fino a quando i giochi sono rivelati e ci si avvia ad un finale da vero film dello spionaggio, con colpi di scena magistrali e una conclusione degna di una grande narratore, che sa come costruire un plot davvero straordinariamente efficace.
Il romanzo mescola con sapienza realtà e finzione, personaggi fittizi e veri protagonisti della storia letteraria e politica dell’Inghilterra dei primi settanta: ecco Martin Amis, ecco Ian Hamilton, il Premier Edward Heath, Ian Fleming. Mentre Serena e Tom sono impegnati a fare l’amore, lui, dice Serena:
“Mi incitava sussurrando e io lo assecondavo sussurrandogli dell’uomo con cui stavo uscendo e di quello che gli facevo. Tom preferiva che fosse uno scrittore, e tanto più era improbabile , tanto più affermato quanto più grande e squisito era il suo tormento. Saul Bellow, Norman Mailer, quel fumatore di pipa di Gunther Grass: ero stata con i migliori. O i migliori per lui…”
Tutta l’atmosfera di quegli anni scorre nel libro con chiarezza e realismo: i tardo hippies, rappresentati dalla sorella di Serena, Lucy, fumatrice di spinelli e venditrice di candele ed altro ciarpame etnico; l’ambiente compassato della chiesa anglicana, dalla cui rigidità di costumi la narratrice proviene e che forse è alla base della sua voglia di trasgressione e di libertà sessuale; l’austerità della classe media, costretta a vivere Londra in case poco riscaldate, poco ospitali, ai limiti della miseria: Serena lava le sue camicette e i capelli nel lavandino della stanza d’affitto dove vive con altre ragazze e non può concedersi quasi nulla, attenta anche agli spiccioli.
Personaggi costruiti con grande maestria, una lingua scorrevole e incisiva, mai banale, sempre calibrata, ben tradotta da Maurizia Balmelli, che contribuisce alla fluidità della narrazione anche quando l’intrico della trama, tipica di una certa spy story, sembrerebbe appesantire il romanzo.
Per chi ama la letteratura, i libri, gli autori, gli intrighi, gli anni che precedono la caduta del Muro di Berlino, questo romanzo è davvero una bella ennesima sorpresa che il suo autore, per molti fan scrittore di culto, ci offre.
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Lo ammetto.. Conoscevo Ian McEwan solo dalle trasposizioni cinematografiche dei suoi successi.
Questo romanzo già dal titolo inganna (Miele), facendoti credere di affrontare un tema rosa e non a tutti gli effetti una spy story. Ma non si limita a questo, ti riporta nell’Inghilterra degli anni’70 , alle atmosfere e tematiche cosi attuali da sembrarmi contemporanee, in un gioco di matrioske che ti lega indissolubilmente sino all’ultima pagina. Il suo stile asciutto ma significativo ti mostra la vita cruda, piena di inganni ma altrettanto ricca di sorprese e intensa. Serena Frome (che fa rima con plume) la protagonista, signorina dei piani interrati del MI5, ma quasi più una segretaria ministeriale, ha più di qualcosa di me. E forse tante altre lettrici ci si saranno rispecchiate.
McEwan ci ha fatto sognare al cinema con Espiazione, lo ha fatto di nuovo qui, tra le pagine di questo ottimo romanzo!