Lo strano caso del maestro di violino. Un nuovo caso del commissario Calligaris di Alessandra Carnevali

Chi scrive lo ammette senza problemi, anzi riconosce di averne uno, quello di trascurare altri libri e saggi essendosi innamorato del personaggio della commissario Adalgisa Calligaris, che vive in Umbria, in una cittadina totalmente inventata, che la fantasia della bravissima autrice Alessandra Carnevali ha messo non distante dal capoluogo di provincia, ossia Perugia.
Credo che il successo di questo personaggio sia dovuto alla semplicità della commissario Adalgisa Calligaris, che però ha in sé anche qualcosa di raffinato.
Il suo italiano, con intermezzi di dialetto umbro, sembra sia del tutto naturale e a noi vicino, tenendo conto che tuttora, in molte famiglie sparse nell’Italia intera, si parla in famiglia e all’interno del mondo amicale con un linguaggio simile.

E uno dei tanti gialli all’attivo di Alessandra Carnevali è Lo strano caso del maestro di violino. Un nuovo caso per il commissario Calligaris (Newton Compton editori, 2023), già con diverse ristampe. Stavolta la trama è piuttosto complessa, perché l’autrice ha messo a margine, ma al contempo come sottotesto, quello che accadde a Wuhan, una città megalopoli come sono tutti i centri urbani della Cina.
La vita a Rivorosso Umbro è sempre la stessa, solo le notizie dall’estero danno preoccupazioni. La commissario Calligaris sta già preparando i faldoni che serviranno a un suo/a collega quando lei andrà in pensione. Il marito, Gualtiero, di professione
magistrato, si sta preparando anche lui per lasciare il lavoro e la Calligaris ha già la visione di un “mostro”, ovvero il marito in ciabatte che si porta dietro il salotto, con il loro adorato cane di nome Bromuro.
E poi c’è un sogno della donna che diventa realtà quando si presenta a lei, in commissariato, Filippo Acquacheta, che vive in una tenuta enorme ricca di olivi, tanto che l’olio da tavola Acquacheta gode di una certa fama per bontà e gusto anche al di fuori dell’Umbria. L’uomo vuole denunciare la scomparsa di uno spartito di musica, dal nome di “Rosamunda”. Lui e suo nonno hanno ribaltato l’intera tenuta alla caccia di questo spartito, che potrebbe essere un capolavoro, ma non trovano niente.
Per l’occasione si fanno aiutare da Malachia Capoccetti, ma senza esito.
Fino a quando il signor Capoccetti viene trovato morto in casa, perché qualcuno lo ha strozzato con una corda di violino. Non diciamo troppo sulla trama, anche se forse stavolta la scrittrice mette troppa carne al fuoco: l’indagine, il virus cinese e il matrimonio dell’amica Paris Picchio, l’amica più cara di Adalgisa, che si sta imbarcando in un matrimonio tutto sbagliato con un uomo snob e molto antipatico. Adalgisa mette in guardia Paris, ma finisce che il futuro marito vuole conoscere gli amici più stretti della moglie, ovvero la commissario e Gualtiero che come si è scritto, è un magistrato stanco di lavorare. I due quindi si presentano al ristorante, ma la cena va avanti a tentoni, il “quasi marito” dice a Paris senza giri di parole che i suoi amici sono terra terra. Nemmeno di questo matrimonio parleremo oltre.

Lo strano caso del maestro di violino è un libro-delizia, anche se nella trama ci sono persone che muoiono, ma nella letteratura “gialla” mi sembra a volte che queste vittime siano solo pretesti. Non, purtroppo, in questo che alla fine ci gela. L’impressione è che Alessandra Carnevali nel finale ci butti in testa una secchiata di acqua gelata.