Le rose di Cordova. Giovanna di Castiglia, follia e tradimento
- Autore: Adriana Assini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
La storia di Juana di Spagna è una vicenda di grande amore e di grande dolore, nel romanzo di Adriana Assini Le rose di Cordova. Giovanna di Castiglia, follia e tradimento, disponibile in quarta edizione da ottobre 2021 nella collana Voci della casa editrice napoletana Scrittura & Scritture (234 pagine). La prima edizione risale a fine 2007, a firma dell’artista e scrittrice romana, acquarellista con all’attivo diverse esposizioni in Italia e all’estero, che ha pubblicato numerosi romanzi a contenuto storico, meritando diversi riconoscimenti, per la narrativa edita e inedita.
Questo, presentato a Madrid, nel Caffè Letterario dell’Istituto Italiano di cultura il 23 aprile 2008, in occasione de “La noche de los libros”, ha riscosso molto interesse nel mondo accademico spagnolo, per l’accurata ricerca storica dell’Assini, che le ha consentito di realizzare un testo valido dal punto di vista narrativo ma puntuale come una biografia.
Juana, terzogenita dei primi sovrani di Spagna Fernando d’Aragona e Isabella di Castiglia, è nota alla storia come Giovanna la Pazza, per le vicende che Adriana descrive con passione e con la scorrevolezza che caratterizza le sue coinvolgenti fiction storico-narrative.
A raccontare è un’osservatrice privilegiata, una schiava moresca, Nura, che odia tutto quello ch’è spagnolo e augura la morte tra gli spasimi a Fernan e Isabel. Hanno svenato l’intera penisola iberica per unificare la Spagna, sconfiggendo i mori (arabi) del Sultanato d’Andalusia. Nella città-fortezza di Granada, costretta a capitolare dopo dieci anni d’assedio, Nura, unica figlia di Aziz il Saggio, primo ministro dell’ultimo sultano, è stata ridotta in schiavitù dagli infedeli, trattata come quelle che una volta erano le sue serve e costretta a pulire le latrine reali. A sottrarla al compito mortificante è stata la principessa Juanita, incuriosita dal colore rosa della malandata veste di raffinato damasco. La giovanissima, “pallida e sgarbata”, l’ha voluta come dama di compagnia, al posto delle castigliane incapaci scelte dalla madre.
L’autoritaria Isabella, di tempra ferrea, animata da un’irrefrenabile brama di potere e “prigioniera della sua religiosità morbosa”, è la vera reggitrice delle sorti di Spagna, scrive Assini. Il marito Ferdinando, “spesso volpe, mai leone”, più che agli affari di governo si dedica alla caccia e alle donne. Ma la coppia regnante è accomunata da una spregiudicata abilità nell’impugnare con la stessa devozione spada e vangelo, senza pietà per nemici, mori ed eretici, destinati al rogo, dopo l’autodafè pubblico.
Quanto a Juana, conosciamo tutto di lei attraverso l’ex nobile araba Nura. Francisca, come l’hanno ribattezzata i castigliani prova per la principessa un sentimento doppio, che alterna l’affetto al rancore, secondo l’umore e le circostanze. È figlia degli “odiati carcerieri”, ma merita riconoscenza perché le ha risparmiato “ben più miserabile ventura”. Juanita, intelligente e ribelle rispetto ai fratelli, è spesso preda di un’inquietudine oscura, che la porta a incupirsi, a rendersi inaccessibile. Cambia carattere e atteggiamento all’istante: le sue possono sembrare manifestazioni di un’indole adolescenziale introversa o capricciosa, ma per Nura sono il segno di una “malinconia cocciuta, più violenta di un acquazzone estivo”.
Nel 1496, la sedicenne spagnola è già sposa per procura di Filippo delle Fiandre, arciduca d’Austria per discendenza paterna e di Borgogna per parte di madre. Più grande solo di un anno, lo sposo è notoriamente bellissimo e donnaiolo. Lei è un’adolescente né bella né femminile, ancora acerba e con le labbra esangui. Per chiudere la convenzione matrimoniale, gli spagnoli hanno dovuto versare una dote molto maggiorata all’imperatore Massimiliano d’Asburgo.
Innamorata del ritratto, la ragazza raggiunge le Fiandre via mare, scortata da Nura. Primo incontro a Lierre, dopo irrispettosi rinvii di Filippo per impegni di Stato. Non è puntuale nemmeno nell’occasione, ma lascia Juana senza fiato. Rischia di perdere i sensi quando il giovane Asburgo la stringe tra le braccia e la bacia con foga sulla bocca, demolendo il protocollo. Impaziente di prendersi ciò che ritiene già suo, ordina di celebrare subito una cerimonia nuziale privata, per evitare l’accusa di avere consumato il matrimonio prima del rito.
Amore eterno? Il romanzo di Adriana Assini è fatto apposta per soddisfare questa curiosità.
Quanto a Juana, smessi panni severi e scarpe sgraziate, rivestita di uno splendido rosso, sottratta all’atmosfera cupa della corte iberica e ai divieti dei genitori, prende gusto ai lussi, scopre il piacere d’indossare sete e gioielli, di profumarsi.
“Impettita e raggiante, sorride a tutti senza guardare nessuno, pronta a essere una sovrana leale anche per la nuova patria”.
Nei giorni che seguono, sempre incollati: uno non spiccica una parola di spagnolo, l’altra parla un francese imperfetto, ma basta il linguaggio dei corpi. Li si vede abbracciati sulla rampa delle scale, baciarsi davanti a estranei, trasgredire norme non scritte e consuetudini, come due ragazzi dei nostri tempi.
Quasi non sembra la Giovanna La Pazza che sarà, a torto o a ragione e che i lettori conosceranno grazie ad Adriana Assini.
Le rose di Cordova: Giovanna di Castiglia, follia e tradimento
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