Le religioni dell’Azerbaigian
- Autore: Giovanni Bensi
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Un titolo come “Le religioni dell’Azerbaigian” suona già di per sé inusuale. Si parla di “religioni”, e non, come sarebbe lecito aspettarsi, di “religione”, di un Paese. Normalmente uno Stato ha una religione ufficiale, o, se non la ha, comunque una di quelle che vi vengono praticate è quella di gran lunga predominante e che la maggior parte degli abitanti sente più “sua”. Non è così in Azerbaigian, un Paese spesso frettolosamente immaginato come fondamentalista e repressivo da chi non lo conosce, ma che in realtà si fa un vanto della propria libertà assoluta di culto, riconosciuta e, anzi, sancita anche dal suo ordinamento giuridico. Una peculiarità che vale la pena di approfondire, come è possibile fare leggendo questo breve ma dettagliato saggio che, sebbene sia assolutamente interessante di per sé, può costituire un completamento e un approfondimento del già recensito “Azerbaigian crocevia del Caucaso” di Carlo Frappi, sempre pubblicato da Sandro Teti Editore. Anche in questo caso, come per il saggio già citato, la prefazione è stata curata da Aldo Ferrari.
Il libro è diviso in dieci capitoli che attraversano le varie fasi della storia del Paese, ovviamente con preciso riferimento ai molti culti che vi sono stati introdotti, praticati e a volte anche proibiti e perseguitati. Dalla sua lettura possiamo comprendere come questa molteplicità di religioni che è oggi la realtà dell’Azerbaigian abbia la sua origine nelle numerose invasioni e dominazioni che questa terra ha subìto nel corso dei secoli. D’altronde, l’Azerbaigian è un Paese di passaggio, sito in una posizione strategica, quasi un ponte fra Oriente e Occidente. Questo e la ricchezza del sottosuolo in termini di petrolio e gas naturale ne hanno fatto da sempre un territorio fortemente appetibile sia per invasioni di tipo bellico e oppressivo, sia per altre, più pacifiche, causate da interessi lavorativi o di affari. Essendo questa la situazione storico-geografica del Paese, la tolleranza religiosa si è presentata come un processo naturale e sicuramente anche una necessità.
Il saggio inizia con le due parti più difficili da leggere, riguardanti l’Islam e la sua diffusione. Il parlare di questa religione, che resta comunque quella più diffusa in Azerbaigian, porta necessariamente a dover elencare date e nomi dai quali non è possibile prescindere per raccontarne la storia e il lettore dovrà fare un notevole sforzo di concentrazione per seguire correttamente. Meno approfondite e nozionistiche, ma proprio per questo più coinvolgenti, sono le fasi successive. Si racconta ovviamente in modo diffuso delle dominazioni russe: la prima, nel diciannovesimo secolo, caratterizzata da un’organizzazione gerarchica della religione musulmana, costruita a somiglianza di quella ortodossa; la seconda, nel secolo successivo, funestata dalla messa al bando di tutte le religioni, con persecuzioni durissime aventi come scopo la “secolarizzazione” della società.
Il saggio descrive le altre religioni diffuse in Azerbaigian (l’antico zoroastrismo che ancora oggi sopravvive, il cattolicesimo, l’ortodossia russa, il luteranesimo arrivato con l’immigrazione tedesca) e viene sottolineato come oggigiorno queste convivano pacificamente nella stessa nazione. Informarsi e cercare di entrare in questa situazione significa arrivare a capire uno dei fondamenti della società azerbaigiana e proseguire il viaggio, ancorché virtuale, in questo particolare e sorprendente Paese.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le religioni dell’Azerbaigian
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