Le onde di Virginia Woolf

Proprio Virginia Woolf, la snob per eccellenza, con i suoi amici giusti, la scrittrice che non aveva sbagliato niente nella vita, nel 1939 entra in acqua e si lascia affogare.
Il suo ultimo libro, Le onde, racchiude monologhi di sei persone che adottano la tecnica dello stream of consciousness, ovvero libera rappresentazione di pensieri. In questo libro umido, pieno d’acqua, le persone si lasciano andare e dicono quello che vogliono. Sono abolite la trama e la fisicità tra personaggi. E’ un continuo parlarsi addosso e a volte i personaggi dicono la stessa cosa, ma è solo un rivolo di umanità tra esseri umani.
La narrazione impersonale descrive di cose già avvenute, come se fossero già fotografate come il sole, la marea, l’acqua (sempre l’acqua: letto con più attenzione si poteva capire che Virginia Woolf viveva già nell’acqua da viva).
I Soliloqui dei sei personaggi non hanno risposte. Ci conviene conoscerli meglio questi sei personaggi:

• Bernard è lo scrittore. Ama i poeti, è stato innamorato di Susan, ma anche l’amico Neville lo ama, forse il più equilibrato che avrebbe voglia di parlare, aspettandosi una parola che non arriverà.
• Neville, elegantissimo, bello e sensuale che ama l’amico Bernard senza successo, odia tutto ciò che è mediocre, un vero dandy.
• il prosaico Luis, un puttaniere mediocre, amato pochissimo dagli altri cinque personaggi.
• Susan che vive col padre e due figli in una fattoria di campagna.
• Roda, fragile, allucinata, depressa; “non ho volto” - dice di sé; disadattata. Si annegherà in un fiume. Ha amato Luis.
• Jinny, la seduttrice, danzante, vive a Londra e ama vivere la notte.

Ognuno di loro ha un suo spazio, le sue parole, le sue idiosincrasie. Parlano al passato: non c’è forse futuro o sono sogni?
Questi monologhi dei sei personaggi sono di immensa bellezza. Virginia Woolf sta perdendo il gusto della realtà, in cambio vuole tratteggi, impressioni, confidenze di un mondo che le sta franando addosso.
Questi monologhi sembrano preghiere per chi sta morendo.