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Recensioni di libri

Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi? di Marc Augé

Le paure di massa del terzo millennio sono da Marc Augé - da buon antropologo - raccolte e commentate nel suo piccolo saggio appena pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri.

Mario Bonanno
Mario Bonanno Pubblicato il 02-12-2013

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Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?

Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?

  • Autore: Marc Augé
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Bollati Boringhieri
  • Anno di pubblicazione: 2013

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Paura delle altezze? Dei ragni? Dei luoghi chiusi? Poco più che quisquiglie a confronto delle paure collettive, le paure di massa del terzo millennio che Marc Augé - da buon antropologo - raccoglie e commenta nel suo piccolo saggio appena pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri.

“Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?”: si intitola con un nitore degno di Lapalisse questo suo ennesimo studio capace di sbatterci in faccia la verità dal lato peggiore e porci davanti al nostro specchio scuro. Cosa eravamo e cosa siamo diventati in gruppo in questo scorcio di millennio, scampati al terror panico apocalittico (mille e non più mille gufava Nostradamus), soltanto per ritrovarci angosciati da crisi economiche, depressi dalla nera, resi ansiosi dalla dieta, da rischi tsunami, nevrotizzati da tg sempre più ansiogeni, senza più nemmeno la consolazione della fede (semmai è l’esatto contrario, l’integralismo religioso spopola e spaventa ovunque), esposti giorno per giorno a ogni sorta di pericolo: climatico, pandemico, alimentare, terroristico, ulteriori declinazioni di un allarmismo globale che strangola, crea precarietà, senso di inquietudine, spavento vero e proprio, e si diffonde a macchia d’olio, né più né meno che un virus. Ma lo stato dei fatti è davvero così cupo come lo spaccia la vulgata popolar-massmediologica? Da studioso aduso al credo illuminista, Augé non abbocca, getta alle ortiche le scorciatoie generalizzanti, fissa il suo obiettivo in senso critico, scandaglia una per una fobie vecchie e nuove, ne analizza i sintomi, si interroga sui loro sensi palesi e sottesi, rivelandone, così facendo, l’artificio. Il fatto che più inquieta di questo libro è scoprire, infatti, che la maggior parte delle previsioni apocalittiche che ci circondano risultano indotte, alcune enfatizzate ad hoc, altre ancora nascoste in ambiti dove nemmeno te le aspetti, in ultimo - le meno temibili - affioranti dal nucleo più ancestrale del nostro dna. (Sopra)viviamo con la netta percezione di vivere su un filo, in un sistema precario di inquietudine e di emergenze continue, ma a ben guardare (se mai ancora ci riuscisse di ben guardare) le minacce vere risiedono altrove, rintracciabili anzi tutto nell’incrinarsi - molto prossimo alla rottura definitiva - dei legami sociali, che sarebbero invece l’argine migliore alle paure di massa. Riflettete infine sulle parole che seguono; si trovano tra la pagina 70 e 71 del saggio di Augé:

“(…) oggi a minacciarci è innanzi tutto la rottura del legame sociale e, più ampiamente, l’indebolimento del simbolico nel suo complesso, ovvero del pensiero della relazione; non abbiamo ancora imparato a dominare il cambiamento di scala spaziale e temporale che ci viene imposto. Il suolo in cui si radicavano le nostre certezze si è messo a tremare. Le nuove paure non sono poi così nuove, ma si diffondono istantaneamente e dappertutto”.

Superfluo ribadire come i media - introiettati come portatori/depositari di verità assolute - siano gli untori di fresco e freschissimo conio della pericolosa (questa davvero sì) pandemia.

Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?

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