La casa oltre le mura
- Autore: Erica Bonansea
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Sulle pagine di un giornale del Pinerolese, hanno definito “neofita di successo” Erica Bonansea, autrice di un romanzo storico, La casa oltre le mura, edito nel 2016 da LAReditore di Perosa Argentina-Torino e ristampato nel 2019, in collaborazione con il settimanale "L’Eco del Chisone" (240 pagine). Dopo il debutto come romanziera, cinque anni fa, la scrittrice piemontese ha continuato in altri due volumi la saga degli Aubert di Vigna dla Pra, la cascina sulle colline di Pinerolo (ora Villa Massaglia, dove abita), poco al di là del vecchio tracciato delle mura medievali. Si è fatta intanto apprezzare e premiare con i suoi racconti, derivati da una scrittura compulsiva nata fin dalle medie e via via più efficace.
Pinerolese, moglie e madre di due maschi e almeno due gatti — felini clandestini sono sempre ben accetti in casa — insegna lingua e letteratura tedesca, è docente nel liceo classico Porporato e ama la storia, quella del Piemonte e in particolare del suo territorio, nel quale ha ambientato la trilogia. Il primo titolo si sviluppa tra la cascina e il Forte di Fenestrelle, il complesso fortificato nella Val Chisone la cui costruzione è stata avviata dai francesi nel XVII secolo, poi controllato dal Regno sabaudo, sebbene non interessato da importanti eventi bellici, a differenza della Fortezza di Exilles, nella Val di Susa.
Nel 1741, dalla Savoia la Francia tiene sotto costante minaccia le valli piemontesi e Sebastian, nonostante i quasi diciotto anni, sa che presto dovrà vestire l’uniforme dell’esercito sabaudo per fermarli. Di madre austriaca, bilingue — quando litiga offende in tedesco — il ragazzo vive da otto anni e mezzo con gli Aubert a Vigna dla Pra, sulle alture che sovrastano i ruderi delle fortificazioni di Pinerolo, distrutte dalle truppe del re Sole alla fine del 1600.
Prossimo all’arruolamento, pensa con apprensione a cosa sarà delle attività di una famiglia benestante, privata delle sue braccia e gestita di fatto solo da donne. La quarantenne zia Maddalena è la vera Madama Aubert. È stata maritata Ferrua, ma dopo la vedovanza tutti hanno ripreso a chiamarla col cognome paterno. La cognata Lucilla non ha polso, né si può contare sulla cugina Clotilde. Non perché la quattordicenne non sia capace di mietere, badare alle bestie, alla vendemmia e alla macellazione dei maiali, è che non le viene consentito. Le zie non le ritengono occupazioni adatte a una signorina di buona famiglia in cerca di marito.
Zia Maddalena intende assicurarle un ricco matrimonio, che possa far vivere serena la nipote e rafforzare l’economia familiare. Per questo non approva l’affetto che lega i due ragazzi, da quando otto anni e mezzo prima ha voluto accogliere il piccolo Sebastian, orfano di due cugini, morti a breve distanza l’uno dall’altra. Lui e Clotilde sono parenti “alla larga” e non è questo a ostacolare un’eventuale unione, ma il giovanotto non ha risorse e la zia capofamiglia ha messo insieme il necessario per pagargli l’arruolamento in un buon reggimento (anche il marito era stato un militare), in modo da allontanarlo e avviarlo a una carriera.
È un bel ragazzo: la figlia maggiore delle cinque del vicino, il Lanteri, la più civetta, gli ha messo gli occhi addosso e non si nasconde. Ma lui vede solo Clotilde, anche lei orfana di padre, fratello minore di Maddalena. La madre se n’è andata, al mare.
Ha qualcosa de Il mulino del Po questo romanzo. Amore e calcolo, passione e prepotenza, violenze in casa e fuori si svolgono nel contesto di un conflitto storico, quello in corso tra Carlo Emanuele III di Savoia e la Francia, col piemontese impegnato ad allargare i confini occidentali e i francesi attenti a cogliere ogni debolezza nella labile trama delle alleanze di Torino con le potenze europee, Austria per prima.
Le famiglie, poi, non sono nidi di affetto, protezione e solidarietà, considerati i cinici progetti matrimoniali di rito e il pessimo comportamento del padre di Sebastian, un ubriacone rissoso, manesco con moglie e figlio.
Aspirante alfiere, il grado iniziale tra gli ufficiali, peraltro senza paga, il ragazzo si sta distinguendo nel Reggimento del Re, assegnato al Forte delle Valli a Fenestrelle. A guardia del Pragelato, tra le montagne ad almeno un giorno di viaggio, appartiene al Regno di Sardegna da nemmeno trent’anni.
Clotilde si strugge per la lontananza e per la sorte dell’amato, circondato da neve, ghiaccio, lupi. Ha paura che possa soccombere al freddo, alla fame, alle malattie o al nemico. La zia decide di mandarla a trovare la madre a Oneglia, in Liguria.
Villa Massaglia è tuttora “oltre le mura”, come dicono a Pinerolo. Gli Aubert sono diventati Massaglia a metà Ottocento, quando l’ultimo non ha generato eredi maschi che continuassero il nome. È un romanzo moderno, pieno di una vitalità contemporanea più che settecentesca e con un sano erotismo giovanile, innocente, giusto. Non manca qualche accenno al sesso violento e sbrigativo degli adulti e a una sensualità alternativa, rivolta ad altri affetti.
La casa oltre le mura
Amazon.it: 14,85 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La casa oltre le mura
Lascia il tuo commento