La bambina e il nazista
- Autore: Franco Forte
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2020
L’umanità non morirà mai.
Nel 1943 Hans Heigel è un ufficiale delle SS. In realtà non approva appieno ciò che la Germania sta facendo al resto del mondo ma, purtroppo, non è libero di esternare il proprio pensiero. Hans non combatte in prima linea, si limita a svolgere un lavoro d’ufficio e alla sera va a casa dalla moglie e dall’adorata figlia, una bambina di otto anni che sta vivendo, seppur marginalmente, l’orrore della guerra. Tutto sembra tranquillo, la guerra “vera” è lontana e nulla sembra poter sbilanciare quell’equilibrio, così perfetto ma così delicato. Purtroppo il destino decide di giocare il carico da novanta, privando Hans della sua più grande gioia e della speranza.
Nel frattempo gli viene affidato un nuovo incarico molto più vicino alla guerra, con vista in prima linea sulle torture che subiranno milioni di persone, “colpevoli” d’esser nate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quando vede una bambina che sta per subire quella tremenda condanna, rivede in lei l’amata figlia e decide di salvarla. Come? Non lo sa, sa solo che deve farlo, che vuole farlo…
Franco Forte non ha certo bisogno di presentazioni, il suo è un nome di spicco nel panorama letterario da molti anni, protagonista con romanzi di ambientazione storica, ma anche con altre storie, partorite dalla sua vulcanica mente. Nemmeno Scilla Bonfiglioli, nonostante la giovane età, ha bisogno di presentazioni. Vincitrice della prima edizione del premio “Alan D. Altieri” (e non solo), ha pubblicato parecchi racconti in altrettante antologie. Il gigante e la bambina, verrebbe da pensare. A ogni modo, queste due menti hanno scritto un libro geniale e doloroso, una storia che toccherà il cuore di tutti noi, rimandandoci indietro di decenni in quell’orrore che sono stati i lager nazisti. Una pagina dell’umanità che non riusciamo a strappare o forse non lo vogliamo, preferiamo tenerla come monito per non ripeter mai più quegli orrori che sono costati la vita a milioni di persone innocenti.
La bambina e il nazista (Mondadori, 2020) è un libro universale, una storia che a nessuno piacerà leggere per ciò che dirà. Per come lo dirà, invece, piacerà a tutti, perché parlerà schiettamente e duramente, col cuore in mano. Una qualità da apprezzare. Sempre. Una qualità che Franco e Scilla posseggono in quantità.
La bambina e il nazista
Amazon.it: 18,05 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Un libro perfetto per...
Per tutti, universale per i contenuti.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La bambina e il nazista
Lascia il tuo commento
"Nazismo" e "orrore" sono due parole inscindibili l’una dall’altra, anche se molti di noi probabilmente non hanno la misura precisa di fino a che punto possa spingersi la crudeltà umana, e di quello che sia realmente successo nei lager. In noi, questa è un’associazione talmente automatica da spingerci troppe volte a identificare il popolo tedesco in toto, anche quello attuale, con gli efferati crimini perpetrati nei campi di concentramento. Eppure, mescolati fra i carnefici, c’erano anche molti uomini disgustati da quello che dovevano, obbligatoriamente, essi stessi portare avanti. Militari risucchiati dall’ingranaggio del Reich, che fino a quel momento avevano fatto la loro tranquilla carriera e che si ritrovarono, di punto in bianco, a dover fiancheggiare gli orchi spietati.
Questo romanzo racconta la storia di uno di loro, Hans Heigel, un semplice impiegato dell’esercito a Osnabrück, la cui vita viene sconvolta dalla morte della figlia Hanne per tubercolosi, dallo scivolare della moglie Ingrid in uno stato quasi di pazzia a seguito del lutto, e, subito dopo, dalla notizia della sua assegnazione al lager di Sobibòr, in Polonia. Una cosa fino a quel momento impensabile per Hans, uomo che non conosce odio né razzismo, e che si è rifiutato di avallare la folle logica della moglie secondo la quale i responsabili della tubercolosi di Hanne sarebbero stati gli ebrei, che "portano sempre brutte malattie". Purtroppo, Hans non può permettersi di rifiutare, ed è costretto a lasciarsi alle spalle Ingrid, che torna dai propri genitori, e a partire per la propria destinazione.
Qualsiasi uomo, nelle sue condizioni, perderebbe facilmente la ragione, ma forse è sua figlia che vuole mandare ad Hans un angelo. Poco dopo il suo arrivo a Sobibòr, infatti, Hans si trova davanti a una piccola prigioniera, Leah, che assomiglia come una goccia d’acqua ad Hanne. Da quel momento, Hans occuperà ogni sua energia per tenere nascosta la bambina e salvarla dalla furia dei nazisti, correndo rischi impensabili, trascinato dalla disperazione per la perdita di Hanne e la decisione di fare qualcosa per riscattare, in qualche modo, la sua morte, arrivando a fiancheggiare una rivolta. Ma il piano fallisce, e questo porta al trasferimento di ufficiali e prigionieri a un altro lager, quello di Majdanek, un luogo ancora più spaventoso e odorante di morte, e ancora più pregno di orrori perfino peggiori, perpetrati non solo dai soldati e dagli ufficiali, ma anche dalle ausiliarie, capitanate da Alida Haller, l’amante del comandante Eberwolf, una diavolessa fatta donna.
Per proteggere Leah, Hans dovrà, proprio malgrado, perpetrare veri e propri orrori, mettendo la vita della bambina davanti a quella di chiunque altro, e mille volte gli sembrerà che tutto sia perduto, che la fine sia vicina. Ma la vita offre sempre uno spiraglio, una speranza, per quanto flebile sia.
Basato su racconti e cronache dell’epoca, questo non è assolutamente un romanzo facile né da prendere alla leggera. Anzi, forse proprio per il suo essere romanzo e non saggio, e per l’empatia che si crea con il verosimile personaggio di Hans, i crimini che descrive si conficcano ancora di più nella nostra anima. Ed è veramente dura la descrizione degli orrori e, soprattutto, del compiacimento di chi infierisce, con crudele noncuranza, sulla vita di esseri umani che hanno l’unico "torto" di essere nati nel posto sbagliato. Un "torto" che, tutto sommato, ha anche Hans.