La Repubblica
- Autore: Platone
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
Non è mia intenzione, in questo spazio, descrivere dettagliatamente La Repubblica di Platone, per farlo occorrerebbero tantissime pagine. Tuttavia, quello che vorrei mettere in luce con questa breve presentazione è il significato profondo che conserva ancora oggi l’opera.
Platone (428 A.C. - 427 A.C) fu uno dei più importanti filosofi greci e La Repubblica è sicuramente una delle sue opere più conosciute.
Essa è strutturata sotto forma di dialogo, che ha per protagonisti diversi personaggi (come Trasimaco e Socrate) che si confrontano su alcuni temi, tutti legati alla giustizia e alla realizzazione di una comunità dove gli uomini e le donne possano convivere pacificamente.
Con questo dialogo Platone mette in luce uno dei principi fondamentali dell’insegnamento di Socrate, secondo il quale, come riporta il notevole saggio scritto da Nicola Abbagnano - Storia della Filosofia:
"L’uomo non può giungere in chiaro con se stesso da solo. La ricerca che lo concerne non può cominciare e finire nel recinto chiuso della suo individualità; può essere soltanto il frutto di un dialogare continuo con gli altri come con se stesso".
Da qui si apprende l’importanza della filosofia socratica e platonica come "filosofia umana". Solo attraverso un dialogo civile con gli altri, che hanno opinioni diverse dalle nostre, o culture diverse dalla nostra, si può davvero crescere.
Nel primo capitolo de La Repubblica, Socrate dialoga con Trasimaco che, come i sofisti, sostiene che la giustizia coincida con la ragione del più forte e dei governanti; Socrate, con lucide argomentazioni, confuta le opinioni del suo interlocutore.
Nel proseguo della narrazione, Socrate grazie al dialogo si innalza ad un livello superiore e arriva a formulare l’idea di una Repubblica perfetta, nella quale la giustizia regna sovrana. La città perfetta, che corrisponde alla Repubblica, è suddivisa in tre strati sociali: al livello più alto ci sono i filosofi, cioè coloro che governano e detengono il potere in quanto dotati di saggezza; al di sotto si trovano i custodi o i guerrieri; al terzo posto i comuni cittadini.
Come la città è suddivisa in tre parti, anche l’anima umana è divisa in tre parti, che parallelamente corrispondono alle tre parti della Polis (città): la parte razionale, quella saggia che comanda gli impulsi, la parte concupiscibile, dove si annidano tutti gli istinti, e la parte irascibile, che sostiene quella razionale.
Qui il genio platonico emerge in tutta la sua chiarezza; la suddivisione che Platone ha fatto dell’anima ha sicuramente spinto Freud ad elaborare i concetti di Io, Es e Super-Io.
Nel libro sono inoltre presentati i famosi miti di Platone, quello della "Caverna", che descrive l’illusione della conoscenza sensibile, e quello di Er, un soldato ritornato in vita che racconta il destino delle anime dopo la morte.
Perché è importante leggere La Repubblica di Platone? Perché con essa capiamo che il dialogo fra le diversità è fondamentale, non certo per arrivare ad elaborare e a costruire una città ideale come la Polis tripartita (cosa che sarebbe impossibile), ma per capire noi stessi e riuscire a crescere intellettualmente e psicologicamente.
La stessa forma di dialogo civile dovrebbe ricominciare a far pare dell’attuale politica, per poi estendersi con l’esempio a tutta la cittadinanza.
Senza il dialogo e il rispetto reciproci, possono prendere il sopravvento solo l’ingiustizia, la paura e la crudeltà, mentre il confronto civile porta sempre alla crescita umana, all’armonia e alla pace.
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Non è facile recensire in poche righe La Repubblica di Platone. Grazie al cielo, c’è chi li legge i libri prima di commentarli.
Bella recensione davvero.