La Grande Guerra. Percorrendo i fronti degli italiani dalla Lombardia alla Slovenia
- Autore: Mario Bussoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
La collana “Viaggi nella Storia” delle edizioni Mattioli 1885 di Fidenza ci porta questa volta lungo l’arco alpino, dallo Stelvio alla Carnia fino al golfo di Trieste e alla foce del Piave, a visitare i teatri dei combattimenti della prima guerra mondiale sul fronte italiano. Il giornalista Mario Bussoni, direttore delle sezioni storiche della casa editrice emiliana, ha completato e pubblicato nel 2012 la seconda edizione della guida storica, geografica e fotografica ai luoghi del conflitto: La grande guerra. Percorrendo i fronti degli italiani dalla Lombardia alla Slovenia (285 pagine illustrate).
A quattro anni dal primo volumetto, edito nel 2008, un già valido prodotto è stato rivisto, aggiornato e ampliato nel contributo iconografico, con altre fotografie sempre a colori di Marcello Calzolari. L’impianto è rimasto simile — si legge in una breve prefazione —, ma gli itinerari sono stati ripercorsi, riviste tutte le informazioni rilevanti e ricontrollati gli accessi ai musei e ai luoghi di visita, per favorire la massima attendibilità dei dati proposti.
“Quando uscì la prima edizione, l’idea di unire storia e turismo era in qualche modo un sogno tutto da esplorare. Oggi, la Collana Viaggi nella storia conta ventisei titoli in catalogo, regolarmente ristampati, con una media di quattro uscite l’anno”.
Il formato è quello di un baedeker tascabile, riccamente illustrato con foto a colori e in bianconero, attuali e d’epoca. Attraverso un’introduzione storica e schede dei personaggi, offre informazioni a chiunque voglia capire i fatti. La descrizione dei luoghi è corredata da itinerari turistici sul territorio, facilmente accessibili con i mezzi di trasporto o in pochi minuti di passeggiata. Utili i suggerimenti su cosa sia tuttora possibile vedere, dove sia possibile alloggiare e pranzare, oltre a dettagli sui musei, sacrari e orari, a supporto della visita di un appassionato di storia o del semplice viaggiatore o turista occasionale.
Alla guida completa e organica al fronte di guerra e alle aree dove si è combattuto, si aggiungono i forti della linea Cadorna e le postazioni nelle retrovie.
Ieri e oggi in testi e per immagini, quindi, dei territori di tutto il settentrione confinario con l’Austria, della pianura veneta e del massiccio del Grappa, dove si svolsero le fasi sanguinose dell’ “immane strage” tra italiani e austro-tedeschi, slavi e ungheresi, con la partecipazione dalla parte tricolore di contingenti anglofrancesi alleati, di volontari cecoslovacchi e di un reggimento statunitense nel 1918.
La ricostruzione storica dà conto anche della vigilia del conflitto in Italia, nei mesi di non belligeranza: la Triplice era un’alleanza difensiva con Germania e Austria-Ungheria e la guerra dichiarata da Vienna alla Serbia, a fine luglio 1914, non obbligava il Regno d’Italia a partecipare. Nelle prime pagine, Bussoni insiste sulle contraddizioni in Italia, tra una maggioranza filotedesca e una minoranza interventista al fianco di Francia, Gran Bretagna, Russia.
I mesi precedenti il maggio 1915 videro in numerose città italiane manifestazioni inneggianti alla guerra. Chiedevano al re, al Governo e al Parlamento di rinunciare alla neutralità. Contro, si mobilitarono anche i neutralisti: Chiesa, cattolici, socialisti, moderati, liberali giolittiani, parte degli industriali e la maggioranza parlamentare. Numerosi gli scontri di piazza tra le fazioni. Tuttavia, nel panorama italiano non si distingueva un netto di qua o di là e il prestigio militare della Germania nel nostro Paese portava l’Italia che contava a mostrare un forte orientamento filotedesco.
Prevalse l’orientamento antiasburgico, la volontà di liberare le terre italiane irredente oltre il confine orientale e fecero presa le promesse anglofrancesi, che non verranno mantenute nel dopoguerra. Si perse tuttavia tempo prezioso, col risultato che la scelta del via alle operazioni belliche contro la Triplice risultò affrettata, la preparazione militare ritardò gravemente e il 24 maggio, sul milione e mezzo di soldati mobilitati si riuscì a schierarne solo 500mila, pur contro i soli 80mila nemici male armati. A contrastarci, una debole copertura di fanteria, dietro il nulla, ma si entrò in guerra senza informazioni sulla consistenza nemica e con una visione per niente ambiziosa, che autorizzò una cautela autolesionistica.
Fonti austro-ungariche hanno sostenuto che un’energica offensiva italiana avrebbe portato, nei primi giorni di guerra e senza gravi perdite, alla conquista di tutti gli obiettivi: Trieste e Gorizia, Lubiana, Villach, finanche Innsbruck.
Al contrario, occorsero 43 giorni, il doppio dei preventivati, solo per schierare le truppe lungo parte del fronte, perché Trentino e Friuli Venezia Giulia restarono sguarniti. L’avversario ebbe così tutto il tempo di organizzarsi e attestarsi su posizioni che si rivelarono imprendibili e saranno oggetto dei sanguinosi e inutili attacchi frontali ordinati dal generalissimo Cadorna.
Le truppe del Regio Esercito si ammassarono soprattutto nelle aree intorno a
Udine, Palmanova, Bassano, creando spaventosi ingorghi ovunque. 7mila convogli ferroviari finirono per intralciarsi a vicenda, rendendo ancora più insufficienti le risorse di truppe prive dell’essenziale, per le gravissime carenze nei servizi e nella dotazione di armi.
La grande guerra. Percorrendo i fronti degli italiani dalla Lombardia alla Slovenia
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