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Recensioni di libri

L’uomo venuto dal Po di Serena Grandi e CarloAlberto Biazzi

Giraldi Editore, 2022 - Un noir stupefacente nel quale il passato non è morto del tutto.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 28-12-2022
L'uomo venuto dal Po

L’uomo venuto dal Po

  • Autore: Serena Grandi CarloAlberto Biazzi
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Giraldi Editore
  • Anno di pubblicazione: 2022

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Si intitola L’uomo venuto dal Po (Giraldi, 2022) il nuovo romanzo a quattro mani dell’attrice e scrittrice Serena Grandi e il giovane e brillante regista, scrittore e sceneggiatore CarloAlberto Biazzi, con il quale la Grandi ha lavorato nel film Al di là del mare, sospeso tra il passato e il mistero, nella Bassa Padana lungo il fiume Po in un mare di nebbie dalle atmosfere sinistre. Un noir stupefacente nel quale il passato non è morto del tutto.

Serena Grandi ancora una volta dimostra tutta la sua bravura e, come nei suoi precedenti romanzi Serena a tutti i costi e Pensione Eden, custodisce i ricordi dei racconti familiari: un filo rosso della sua scrittura è il periodo storico della Resistenza e ove è solo accennata è in ogni caso presente il ricordo del padre partigiano.

Dicembre 1944, le offensive naziste sono divenute sempre più intense e nell’ospedale da campo di Milano, Sergio, il nostro protagonista, è ricoverato per una ferita alla gamba a seguito di un bombardamento. Nel ritrovare alcuni suoi amici che avevano aderito alla Resistenza, sceglierà anch’egli di farne parte. Su quella brandina d’ospedale, tra il sonno e la veglia, chiede di continuo di Clelia e tra le grida di dolore dei feriti, è sopraffatto dal tormento per la sua morte, l’unica donna che avesse mai amato. Clelia aveva sempre un sorriso sul volto e a volte sembrava fosse ancora lì; la vedeva sbucare da dietro una tenda a rassicurarlo, o protagonista dei suoi sogni. Ed ecco il senso di colpa, forte e pressante che mai lo abbandonerà, per non essere riuscito a salvarla, tanto quanto il senso di colpa, fin da quando era bambino, per la scomparsa del suo compagno di banco Ennio, in un giorno di dicembre. Da una Milano spoglia, deserta, attraversata dalle SS che sfilavano tra le strade, ritorna nella sua Cremona, città che un tempo aveva rinnegato, dopo un’assenza di dieci anni e immediatamente si sente immerso nei ricordi della sua infanzia, delle corse nelle piantagioni di orzo e grano, di sua madre, della sua classe nel collegio della Chiesa di Santa Lucia e del suo piccolo amico, tanto bravo in matematica. Di suor Fiorenza, dai lineamenti mascolini, con addosso un odore rancido e lo sguardo che faceva rabbrividire: terrorizzava tutti i bambini con la sua bacchetta pronta a colpire le mani di qualcuno di loro, o a metterli in punizione in sacrestia dove un affresco inquietante incuteva paura. Ennio scomparve il 12 dicembre del 1910, nel giorno in cui tutti i bambini attendevano l’arrivo di Santa Lucia, la santa senza occhi, che portava nella notte dolciumi e piccoli doni. Come voleva l’usanza del paese, di sera tra la fitta nebbia, un adulto impersonando la Santa, travestito con un abito lungo e il velo, camminava lungo i viottoli suonando un batacchio: i bambini ne erano più impauriti che felici.

“L’idea che il fantasma di una donna portasse doni e dolcetti ai bambini buoni era un avvenimento così atteso che riusciva a colorare la luce polverizzata dell’inverno e a regalare sguardi di gioia tra la gente che viveva tra ombre e silenzi.”

Cremona, con le banchine controllate a vista dai fascisti e dalle SS, è lì a come l’aveva lasciata anni prima, una città che mi aveva regalato una vita piena di dubbi. Il grande fiume mostrava tutta la sua maestosità a ricordargli che era anche lui un suo figlio.

“Il grande fiume mi chiamava, ero pronto a raccontare una storia dimenticata dal tempo.“

La nebbia, con il suo profumo impercettibile e delicato, diffondeva per le strade un silenzio sepolcrale, e la visione di desolazione appesantiva gli animi. I boschi di pioppi proseguivano fino all’entroterra e la voce del fiume imponeva di afferrare l’attimo. La sua casa non aveva subito danni, sua madre, invecchiata, sembrava risentita nei suoi confronti, assorta come sempre nei suoi pensieri misteriosi.

“È vero, si invecchia, ma il volto di mia madre raccontava solo una triste storia, i solchi sul viso dipingevano un trascorrere del tempo che era stato poco clemente con lei. “

Il ricordo di Ennio diverrà insistente, a fargli dimenticare che era lì per ordine dei partigiani. I sensi di colpa non si placavano, gli avevano aperto una voragine dentro, anche nelle notti nelle quali non riusciva a prendere sonno, le ombre emergevano dal soffitto bianco e si muovevano libere. Si era in guerra con scontri cruenti, eppure sembrava che la pianura intorno e il fiume fossero in attesa di un nuovo evento: era riemerso un corpo, sepolto da almeno vent’anni, quando vi erano ancora le paludi prima della bonifica. Un corpo di un uomo con un ciondolo al collo e Sergio sembrò averne memoria... Nel mentre gli attacchi delle SS diverranno continui e numerosi, il mistero per Sergio si infittirà sempre più, convinto che la sua terra nascondesse ancora tanto altro.

Un’intensa e appassionante lettura è L’uomo venuto dal Po, con una raccolta all’interno del volume, di foto bellissime in bianco e nero del fiume della memoria dell’indimenticabile artista Ezio Quiresi. Un romanzo tra atmosfere notturne e una dura realtà, un giallo deduttivo che porta a seguire gli indizi e le prove, dal sapore di un classico, la cui suspense lo rende straordinariamente originale e cinematografico. Consigliato!

L'uomo venuto dal Po (CrimeGiraldi)

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’uomo venuto dal Po

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Pensione Eden da Emilia
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