L’isola senza ponte
- Autore: Matteo Collura
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
In questi saggi e storie, l’autore ci addentra dentro le cose della Sicilia, nel cuore dell’Isola il cui respiro soffia in chi dall’isola è andato via, ma anche solo con la mente è ritornato dopo. Riporto alcune delle storie presenti nel testo. "In paesaggio e destino", l’ambizione di essere isola è un archetipo da Omero in poi, passando per Dante, la letteratura ha attinto riccamente al concetto di isola come valore aggiunto o perlomeno pieno di insiti significati. Giuseppe Tomasi di Lampedusa diceva che bisogna partire presto dall’Isola, altrimenti la crosta è già fatta. Leonardo Sciascia evase, ma rimase attaccato come una patella allo scoglio. Gli isolani, affermava Pirandello, avvertono il contrasto tra il loro animo chiuso e la natura aperta, chiara di sole; è il mare che li isola e li fa soli, diffidano, e ognuno è e si fa isola a sé. Gesualdo Bufalino coniò il termine isolitudine, con ciò intendendo il trasporto di complice sudditanza che avvince al suo scoglio ogni naufrago. In "Ombre nei luoghi dei romanzi", la citazione del bellissimo titolo di un libro dell’argentino Osvaldo Soriano: “Un’ombra ben presto sarai” per indicare l’importanza della forma che i veri artisti danno alla letteratura e usano darne la consistenza di un’ombra. L’artista è un visionario perché la visione che egli riesce a costruirsi è forma perfetta: Borges la considerava prerogativa e privilegio della letteratura. I luoghi visitati o natii, attraverso il punto di vista dei grandi scrittori, vedi Pirandello - Agrigento, si trasfigurano e si cristallizzano in visioni avvinte strettamente alla loro sensibilità e al loro attaccamento sentimentale.
Sciascia, dice Collura, forse nessun scrittore italiano del ‘900, ha mostrato di essere così legato al suo paese d’origine, restringeva la Sicilia a Racalmuto “ il desiderio acuto di lei”. "In Luigi e Antonietta nella vampa della follia" la drammatica vicenda umana di Pirandello è teatro allo stato puro: un teatro di natura da cui scaturisce quello artistico.. La capacità di fare teatro delle proprie angosce, dell’inferno che per lui fu il rapporto con la moglie (folle), al punto che è difficile distinguere i drammi rappresentati sui palcoscenici da quelli vissuti dal loro autore. In "Enigmi" analizza il dipinto "L’uomo ignoto" di Antonello da Messina (Museo Mandralisca, Cefalù), comunica, in quel suo enigmatico ed irritante sguardo di un uomo compiaciuto di se stesso, un realismo che rende l’opera oltremodo misteriosa. Ebbene come tanti messaggi criptici inseriti in opere di artisti forse il mistero sta in una virgola, una goccia, un capriccio grafico disegnato al centro di un rettangolo di colore bianco che traspare dalla giubba. Una piega? No. Le pieghe non presentano rotondità, Ecco il perché di quel sorriso beffardo. Antonello avrebbe lasciato un segno della sua virile gioia di vivere…
In un altro saggio dedicato alle donne siciliane, Collura parla del personaggio Concetta, la seconda delle tre figlie del principe di Salina nel Gattopardo. Con lei si conclude il romanzo, un archetipo letterario magnifico, quel suo bagliore ferrigno, si coglie nelle donne siciliane più di quanto si pensi. Collura scorge delle dirette somiglianze tra le donne siciliane guardiane ferree del potere in famiglia e nella società, sottovalutandone il loro vero ruolo e il personaggio Concetta che in questo suo rimanere in secondo piano regge su di sé un intero romanzo. In "Uomo disperato, scrittore felice" l’omaggio è rivolto ad un altro grande scrittore siciliano, Gesualdo Bufalino. Dal ricordo emerge un realistico, ma affettuoso ritratto dello scrittore che vive in Sicilia, ma non la vive. Un po’ come Borges con l’Argentina: la canta, la ricorda standone sempre fuori come un aristocratico inglese in una colonia del Regno Unito.
Sciascia, diceva che la Sicilia è “metafora del mondo”. Un’isola che non potrà essere collegata con un ponte, perché è impossibile collegare un continente a un altro, anche servendosi delle tecniche ingegneristiche più strabilianti.
E’ un libro “forse” che può essere apprezzato da chi è siciliano e della Sicilia condivide la storia e il sentimento che suscita in chi c’è nato e da lontano volge lo sguardo. Ho scritto, forse, perché si potrebbe in modo speculare parlare di un’altra terra e viverla con i medesimi e contrastanti stati d’animo. La propria terra diventa l’ombelico del mondo, più che un raffronto con il mondo e così ogni territorio diventa metafora del mondo. Si parla di luoghi amati, di scrittori amati e di momenti di vita propria e altrui vissuti.
Interessante, ricco di annotazioni letterarie e scritto con stile elegante, senza scadere mai nel sentimentalismo, questo libro offre un’occasione per conoscere aspetti e lati di una Sicilia multiforme e affascinante nella sua unicità.
L’autore: Matteo Collura è nato ad Agrigento nel 1945, ha pubblicato "Il Maestro di Regalpetra", "Eventi - Il racconto dell’Italia del Novecento", "Alfabeto eretico", "In Sicilia", "Sicilia sconosciuta" etc. Scrive per "Il Corriere della Sera" e vive a Milano.
L'isola senza ponte. Donne, uomini e storie della Sicilia
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