L’estraneo
- Autore: Arno Schmidt Ursula Poznanski
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2017
Comincia come il più canonico dei thriller psicologici – fidanzatina ricca & bella che disconosce fidanzato devoto con cui convive, causa amnesia –, insiste sciorinando dosi di paranoia da fare impallidire il DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), e poi sfocia… beh dove sfocia non vi aspettate che ve lo dica io, se no che bello c’è. Quello che posso dirvi è che “L’estraneo” (Giunti, 2017) non vira dalle parti del giallo e/o del mistery possibili, ma in zona genere-che-non-ti-aspetti, e qui sta forse la sorpresa più riuscita del romanzo. Consigliato farsi un’idea di prima mano, scorrendo le 403 pagine di questo solido thriller teutonico a firma della coppia best-sellers Ursula Poznaski - Arno Strobel. Lo so che possono sembrare un bel po’ di pagine ma il libro scorre via come una vela quando c’è vento.
Svariati colpi di scena, altrettante verità nascoste, introspezione psicologica quel tanto che basta alla letteratura di intrattenimento, moventi disseminati come le mollichine della fiaba di Pollicino, e il brivido sulla schiena garantito da un epilogo alla Ira Levin (gran visir delle trame borderline). L’attacco ribadito in soldoni: Eric entra a casa e Joanna, appena emersa da doccia post-hitchcockiana (vedi copertina), lo scambia per un perfetto sconosciuto. Peggio ancora: per un rapinatore/violentatore potenziale venuto ad attentare alla sua beata condizione di single australiana in trasferta tedesca. E questo alla faccia delle rassicurazioni di lui che giura di esserle convivente da ben sei mesi, malgrado nella casa non sia rimasta una traccia che sia una dei suoi effetti personali. Seguono pesante fermacarte scagliato contro l’estraneo apparente e la domanda (con diverse varianti) che si affaccia nella testa del lettore: chi è il vero pazzo/a tra i due? Chi il buono/a e chi il cattivo/a?.
Il taglio narrativo frammenta ad hoc i punti di vista: un doppio io-narrante (lei/lui, la vittima e/o il carnefice presunti) piuttosto che la terza persona, sovrabbondante nei romanzi di genere. L’efficace traduzione dal tedesco di Lucia Ferrantini non disperde un grammo della muscolatura di un thriller che - tra manie persecutorie, passati nebulosi e presenti ansiogeni, (in)soliti sospetti e presunti colpevoli – ha scalato la Top Ten del prestigioso Spiegel.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’estraneo
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