L’enigma dell’abate nero
- Autore: Marcello Simoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Continuano le avventure del ladro per bene Tigrinus, nell’Italia del XV secolo e nel terzo titolo della trilogia storico-thriller Secretum Saga (“L’enigma dell’abate nero”, Newton Compton, giugno 2019, 386 pagine 9.90 euro il libro 5.99 l’eBook). Marcello Simoni conferma la ricetta di buona scrittura - trame eccitanti, azione veloce, mistero e sentimenti mai scontati - che insaporisce i suoi romanzi ed ha conquistato i giurati del Premio Bancarella, vinto nel 2012, addirittura all’esordio, con “Il mercante di libri maledetti”.
Per comodità, ricordiamo che le due uscite precedenti del nuovo e quarto trittico simoniano sono state “L’eredità dell’abate nero” e “Il patto dell’abate nero”, pubblicati da Newton Compton rispettivamente nel 2017 e nel 2018.
Possano cascarmi le braccia se mi lascerò andare anche solo a un accenno ai segreti del tenebroso religioso, nel pieno rispetto della terza regola aurea del perfetto recensore: “non raccontare la trama, non cadere nella tentazione di dire troppo”. Sicché, un bel tacer non sarà mai troppo: meglio non dire niente.
Si dirà invece del sodalizio a tre costituito dai protagonisti della saga, che in avvio di questo romanzo hanno da poco spartito il ricavato dalla vendita di un carico di corallo, rubato in un colpo fortunato ad Alghero.
Siamo intorno al 1460, messer Angelo Bruni è se possibile ancora più grasso e sgraziato, ma sempre più ricco e senza pelo sullo stomaco. Da orfano di un banchiere fiorentino e mercante per ogni stagione, è passato ad una prospera attività di armatore navale, commerciante e, all’occorrenza, saccheggiatore di battelli abbordabili senza troppa fatica. Tutti gli affari sono buoni per lui, soprattutto quelli degli altri e non fa differenza se sporchi o puliti. Se non altro, cerca di non provocare lutti e con una gran faccia tosta trova giustificazioni sottili per le sue azioni (sarebbe più esatto chiamarle pred-azioni). Ma si sa che se in lui l’adipe non fa difetto, non si può dire altrettanto degli scrupoli, che scarseggiano del tutto.
È tuttofare anche Tigrinus, già trovatello che gode della protezione di Cosimo de’ Medici, il Signore di Firenze in persona. Il giovane coi capelli neri striati curiosamente di bianco e coperti quasi sempre da un curioso cappuccio a punta, è sì un ladro, ma di cuore e all’occorrenza anche di cuori femminili. Ruba, però non è un farabutto, segue un’etica personale che lo porta a ribellarsi al potere e volere dei potenti, in nome di uno spiccato spirito libertario. È perciò un “buon malfattore”: se in lui il bene e il male pari sono, la bilancia pesa dalla parte delle buone azioni, talvolta nobili.
Terzo in ordine d’importanza tra i tre, Caco, nano e con la mano destra deforme, tanto da somigliare a una zampa di gallina. Il piccolo uomo non è di buon carattere, ma fedele fino allo spasimo a Tigrinus, al qual si sente legato da un leale e forte sentimento di amicizia, per via anche di una mai facile reclusione nel carcere delle Stinche, a Firenze.
L’eterno femminino nella Secretum Saga è incarnato dalla fiera Bianca dei Brancacci, giovane e bella vedova (in effetti uxoricida, ma per ragioni sacrosante), nobile, fredda, calcolatrice, capace di porsi obiettivi ambiziosi e di raggiungerli, in un’epoca tutt’altro che agevole per il gentil sesso.
C’è poi un autentico deus ex machina in questi thriller d’epoca prerinascimentale dello scrittore di Comacchio (già archeologo, bibliotecario e comunque uomo di lettere), tutti cappa e spada, ma anche bastoni, pugnali e veleni. È Cosimo il Vecchio, nume tutelare di Tigrinus e grande della famiglia dei Medici, che sta rendendo la già splendida Fiorentina ancora più ricca, potente e gotica. Quest’ultimo aggettivo si riferisce tanto alle architetture sacre e civili di questa capitale sull’Arno, elevate secondo lo svettante stile europeo, tanto ad una caligine generale, creata “ad arte” da Marcello Simoni.
Quante chiacchiere per non rivelare niente sulla storia dell’ultimo episodio.
Qualcosa andrà aggiunto, però, in merito alla Tavola di Smeraldo, il Corpus Hermeticus di Ermete Trismegisto, un libro sapienziale di sempre ardua decifrazione e contenuto esoterico, intorno al quale gira Tigrinus. Un codice in grado di offrire un potere immenso e quindi uno strumento prezioso, nelle mani giuste, ma evidentemente molto pericoloso in quelle sbagliate.
Lo cercano tutti e in tutti scatena un lampo di follia negli occhi, all’atto di sfogliarlo o anche solo di sentirne parlare.
Quanto c’è da scoprire in questo romanzo! Le origini dell’eroe ladro, i poteri assicurati dalla Tavola, gli scopi che persegue il cardinale Bessarione, attivo fin dal primo titolo della trilogia, un idealista, un sognatore, pieno di umani difetti ma anche in grado di maneggiare senza danni gli insegnamenti arcani di Trismegisto.
Come si vede, s’è accennato ai condimenti ma non al piatto cucinato da Simoni, non al contenuto di questo titolo finale della Secretum Saga.
E poi resta sempre l’incognito abate nero…
L'enigma dell'abate nero. Secretum saga
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