L’armata perduta
- Autore: Valerio Massimo Manfredi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
Vincitore del Premio Bancarella 2008
401 a.C. Spossata da trent’anni di guerra tra Atene e Sparta, la Grecia è in ginocchio. Nel momento di più profonda crisi di quei valori che resero grande la civiltà ellenica, il comandante Clearco arruola un esercito di mercenari greci. Quale sia la vera missione di questo esercito che passerà alla storia come l’armata dei "Diecimila" non è chiaro. Si sa che dovrà addentrarsi profondamente in territori misteriosi e ostili, nel cuore stesso dell’impero persiano; si sa che è al soldo del principe Ciro, fratello del Gran Re Artaserse. La motivazione ufficiale, sgominare tribù ribelli, non convince nessuno. Alla spedizione, come di consueto, sono aggregate anche numerose donne. E allora Valerio Massimo Manfredi fa raccontare la grande epopea dell’"Anabasi" di Senofonte - resoconto dell’incredibile marcia di ritorno di quell’esercito dall’odierno Iraq attraverso l’Armenia fino al mar Nero - da una donna. È Abira - una ragazza che abbandona il polveroso villaggio di Beth Qadà per seguire il guerriero a cavallo Xeno che un giorno le è apparso come un giovane dio, con una promessa d’amore, di avventura, di vita diversa nello sguardo - a narrare quell’eroica impresa di uomini, quella titanica sequela di battaglie campali, di agguati, di marce forzate per deserti roventi e gelide montagne, torrenti vorticosi e tundre innevate: e attraverso i suoi occhi innocenti ma avidi di conoscenza come quelli di ogni donna innamorata tutto acquista un’altra luce. L’irruenza, i complotti, la furia cieca degli uomini appaiono sempre, in queste pagine, come filtrati dalla ferma dolcezza, dalla infinita capacità di sacrificio delle donne. E così la fredda lucidità di Xeno, la disumana ferocia di Menon di Tessaglia, il realismo amaro di Sophos si mescolano all’amorosa dedizione di Abira, alle raffinate seduzioni di Melissa, alla muta capacità di sopportazione di Lystra. Sembra che gli esseri umani siano costruiti per superare ogni prova e qualsiasi avversità, ma non è davvero così. C’è un limite che non si può, non si deve oltrepassare. In battaglia come nei sentimenti. Il colpo di scena finale che scioglie questa grandiosa avventura ci dirà quale sia questo limite e quale fierezza alberghi nel petto di diecimila indomiti guerrieri o di una sola donna innamorata.
(dalle note di copertina)
Amore e sangue si mescolano in un romanzo potente, in grado di trasportare il lettore nelle emozioni travolgenti che solo una voce narrante femminile può trasmettere. La voce narrante è di Abira, una ragazza di un minuscolo villaggio della Mesopotamia, la cui unica ragione di esistenza era produrre parte della ricchezza necessaria per poter realizzare una cintura dell’imperatrice. Un giorno, la vita di Abira viene rivoluzionata dal passaggio di un’enorme esercito di cui fa parte Xeno (Senofonte), di cui diventerà l’amante. Abira sceglie di abbandonare il suo mondo per seguire il grande esercito, il cui scopo è rovesciare il trono dell’impero di Persia a favore del fratello minore dell’imperatore. Alla lunga marcia segue la battaglia che vedrà le vite di migliaia di soldati culminare in un ultimo gesto animalesco ed eroico e poi spegnersi, tra sangue e pathos.
Durante la battaglia, il fratello dell’imperatore muore, la missione del grande esercito è fallita. Per i greci è il momento di tornare a casa, ma la via d’andata non è ripercorribile. Il ritorno dovrà passare tra terre sconosciute e pericolose che in passato hanno inghiottito nel buio interi eserciti. Guidati da Xeno e Sophos, ufficiale spartano, i greci affronteranno questo tremendo viaggio che è rimasto nella storia, proprio grazie agli scritti di Senofonte e che torna a nuova vita grazie all’estro narrativo di Valerio Massimo Manfredi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’armata perduta
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Un romanzo sorprendente, nel quale Manfredi "delega" la narrazione ad una giovane donna, riuscendo perfettamente ad immedesimarsi nelle sue sensazioni, nelle sue paure e nelle sue emozioni. Un romanzo che riconferma l’indiscussa vena artistica di Valerio Massimo Manfredi, unita ad una salda conoscenza archeologica e storica, e che ci svela anche il suo lato sensibile, capace di avvertire e ricreare l’animo di una giovane donna innamorata, che si trova dentro ad uno dei viaggi più affascinanti della storia....
non sono una scrittrice ma un’appassionata di romanzi storici , dopo questo libro ne ho comprati altri 6 di questo autore, e li ho trovati appassionanti e scorrevoli nella forma, l’intreccio tra la realtà storica e il contorno dei personaggi a volte di fantasia lasciano all’immaginazione del lettore un quadro avvincente
Il primo libro di Manfredi per me fu "Lo scudo di Talos", sono felicissimo che mi sia stato proposto a quei tempi... ad oggi ho letto quasi tutti i libri di Manfredi :)