L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore
- Autore: Michela Marzano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Scrivere d’amore potrebbe sembrare la cosa più semplice di questo mondo ma, in realtà, non è così. Si può cadere nel banale, nel mellifluo, nel ripetitivo e, soprattutto, nel superficiale. Non è assolutamente il caso del libro di Michela Marzano autrice de “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore” (Utet , 2013) in cui la scrittrice ci racconta di questo sentimento in maniera profonda e coinvolgente. Ha ragione l’autrice a definirsi una persona “cash” che va, cioè, dritto all’obiettivo. Non è il caso specifico di cui lei parla nel libro ma è il contenuto stesso ad esser così. Fin dalla prima pagina, quando Michela Marzano scrive:
“Da bambina l’amore lo sognavo. Passavo ore ed ore a perdermi nelle pagine fitte di storie perfette, oppure a giocare con le bambole che vestivo da regine o principesse. Sognavo giorni senza crepe, come se l’armonia fosse possibile. Come se l’amore potesse riparare tutto ...”
Bastano poche pagine per capire che la vita non è così, per scoprire lati tristi e felici dell’amore, per sondare questo sentimento in ogni minimo dettaglio. Michela Marzano, tramite le proprie esperienze, i propri studi e perfino gli hashtag di Twitter, ci fa da guida alla scoperta delle radici e dei risvolti del sentimento di cui è protagonista principale, nel cuore dell’autrice, Jacques, l’uomo che la invita a condividere il proprio cammino “perché la vita passa”, colui che non si pone altri problemi perché l’amore non è mai perfetto, anzi è colmo d’incertezze ma ha una peculiarità: è assolutamente vivo ed è per esso che noi viviamo e continuiamo a vivere.
Come nasce l’amore? Michela Marzano ci guida alle origini di esso che non è altro che la ricerca di ciò che c’è di più bello per noi. Da piccoli si tratta di un affetto, di solito genitoriale o almeno familiare, ma, da grandi, questo evolve in un sentimento profondo e costruttivo. Fondamentale è l’inizio del rapporto amoroso. L’autrice ci fa riflettere affermando:
“In amore, però, l’altro non si sceglie mai a caso. L’altro corrisponde sempre a quello che si cerca fin da bambini, quando ci si innamora per la prima volta di colui o colei che rappresenta il nostro tutto. La mamma che ci allatta. La ninna nanna del papà. Il tepore della culla.”
Questi sono dolcissimi momenti che presto si perdono e la cui mancanza c’induce a cercarne altri e così è per tutta la vita, colma di attimi di gioia ma anche di dolorose perdite. Attraverso ogni pagina l’autrice ci porta a riflettere: l’amore è quel sentimento particolare in cui vige la legge del "do ut des"? Non è così ma ognuno di noi, pur di avere conferme dall’essere amato, si sforza di dare o almeno di mostrare il meglio di sé. Alla scrittrice non piace questa spirale emotiva che riduce l’amore ad uno scambio. Come non darle ragione? Jacques, l’essere amato, l’uomo che si ritroverà ad essere il marito di Michela Marzano, si ritrova ad essere sempre un po’ nell’occhio del ciclone. Il loro rapporto è narrato anche nel particolare e l’autrice spesso con lui è indulgente, perché lo ama, ma a se stessa non fa sconti e analizza ogni propria debolezza, ogni proprio cedimento.
Sono piccole cose ma grandi in amore che è quel sentimento che va al di là dell’innamoramento e della passione che pur ci fanno battere tanto il cuore.
“L’amore comincia sempre dopo. Quando alla passione subentra l’affetto. E cominciamo a fidarci. E possiamo amare con l’altro.“
L’autrice giunge a rimproverare se stessa quando lei e Jacques litigano. Apparentemente lei trova da ridire sugli acquisti, sulle cose da fare, sugli impegni, ma poi apre il proprio cuore ed accetta anche i figli che lui ha già, accetta la sua non maternità e il suo non godere delle relative gioie e dei batticuori che questa comporta. Non è questo, però, un cedere per ottenere. E’ una libera scelta e, dice l’autrice, “la vittoria di chi ama è nella possibilità della perdita”, tranne però avere poi, com’è normale per ogni essere umano, qualche ripensamento, qualche nostalgia. A quella per la maternità mancata la scrittrice, con tenerezza, risponde con una frase tra l’infantile e il superficiale: “Ma poi, se ho un figlio, mi devo alzare presto per accompagnarlo a scuola, vero?” E’ un modo banale ma comunque un escamotage per rendere un dolore vivibile e superabile.
Laureata in Filosofia e ora docente, Michela Marzano trae spunto dai pensieri di Jacques Lacan, eminente psichiatra, filosofo e psicoanalista francese, di Zygmunt Bauman, sociologo polacco, di Dino Buzzati, apprezzato scrittore, del filosofo Cartesio e di altri ancora. Molto interessante è il pensiero di Bauman che pone l’accento sul fatto che “non conosciamo più le cose durevoli poiché fin dall’infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti usa e getta da rimpiazzare velocemente”. E’ vero, si vive nell’immediato, se qualcosa non va bene ci si stanca subito e si è incapaci di costruire qualcosa di duraturo. Pare quasi, tristemente, che l’amore sia sottomesso alle leggi di mercato odierne anche se l’altra faccia della medaglia dimostra che l’imperfezione è elemento tipico delle relazioni. Da qui tutto un dubbio, un domandarsi fino alla fine del libro: che succede se l’amore finisce?
“No, tutto finisce, tranne l’amore. Che, quando inizia, ci accompagna per tutta la vita. Anche se lui non c’è più. Anche se lei ci lascia. Anche se lui muore.”
Di seguito ancora altre riflessioni e interrogativi: si ama qualcuno perché corrisponde ai nostri desideri? L’amore cambia col tempo? Tutte domande cui l’autrice dà risposte che vanno assolutamente lette perché, per molti di noi, di certo assai preziose. Il finale è comunque a sorpresa e ci mostra una Michela Marzano che ha conosciuto un altro aspetto dell’amore: quello per se stessa. E’ da lì che si ricomincia.
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