John Doe 4
- Autore: Roberto Recchioni Lorenzo Bartoli
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Facciamo un po’ il punto della situazione: lui è il classico bello & dannato (donne e passato oscuro più che denaro), si chiama John Doe ed è un uomo in fuga. Dopo aver lavorato per anni al soldo della Trapassati & Co, si è tirato fuori dai giochi (sporchi) di Morte e i suoi Emissari, e adesso questi gli danno caccia. Proprio sui vissuti chiaroscurali dei Cavalieri dell’Apocalisse è concentrato questo quarto volume della serie, “John Doe 4”, pubblicato in elegante edizione brossurata da Bao Publishing.
Il canovaccio è lo stesso dei volumi precedenti: 400 pagine (a racchiudere 4 albi delle edizioni regolari) a firma Lorenzo Bartoli-Roberto Recchioni. Quattro storie tese e un doppio filo rosso: quello delle reiterate peripezie che toccano a John Doe, e delle declinazioni di Male & Solitudine sotto svariate forme. Si comincia in taglio western tarantiniano con Lasciali sanguinare, storia di pistoleros su sfondo ultra-mondano & ultra-violento. Si continua con Guerra, dove il Soldato Eterno (archetipo di tutti i soldati guerrafondai della storia, ma più in generale della vocazione umana al conflitto) trasforma due sprovveduti ladruncoli in Natural born killers (ricordate il film di Oliver Stone?). Terzo c’è Pestilenza, ed è un Pestilenza inedito, poiché ritratto nella sua umanità di sosia patetico-pacioso di Tom Bosley (l’Howard Cunningham di Happy Days), uomo solo e affamato di affetto. Infine chiude Fame, dove l’anoressica cavaliera dell’apocalisse rende antropofaga la comunità losangeliana di Vampiri. Per un centinaio di pagine la storia è questa, strizzando l’occhio al genere, tra splatter, dramma e lampi di commedia. Il resto è sparpagliato come contorno-portante (l’ossimoro è voluto) tra i plot, in cui appaiono e scompaiono figure significative dell’universo doeiano: il grande amore Mia, il killer specializzato in armi da fuoco Leonida, la multiforme Tempo, Autumn che ha sostituito Doe a fianco di Morte, e Morte stessa, che a dispetto del ruolo, ha un fisico niente male.
Due note per finire: 1) il disincanto ontologico fa di John Doe un anti-eroe affatto muscolare, canagliesco e leale quanto basta per renderlo accessibile-riconoscibile. 2) i disegni - nel tratto, nei piani e nel b/n tipico delle serie popolari (da leggersi senza ombra di dubbio come nota di merito) - sono di Marco Cedric Farinelli, Luca Bertelè, Giuseppe Manunta, Massimiliano Notaro, Luca Russo e Fabio Mantovani.
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