John Doe 3
- Autore: Roberto Recchioni Lorenzo Bartoli
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Roberto Recchioni prima di Dylan Dog, quando si dice il destino. Sceneggiava un fumetto per Eura Editoriale, e nel fumetto si dava da fare un tipo che Dog, Dylan Dog, poteva richiamare alla lontana. John Doe era il suo nome e anche lui doveva vedersela quasi sempre con la Morte. Prima dell’approdo, per meriti sul campo, alla Bonelli-factory, Recchioni, con Lorenzo Bartoli, scriveva di John Doe. È andata avanti per 100 numeri. Settembre 2002-Luglio 2012, dieci anni o giù di lì. Bastano e avanzano per la fama e per la storia.
John Doe era a sua volta un predestinato. In gergo giuridico statunitense John Doe sarebbe come dire un uomo senza identità. O che tale deve comunque apparire. Un uomo (un anti-eroe), albo dopo albo accompagnato dal mistero. L’ho scritto prima: John Doe è un Dylan Dog con meno traumi e meno donne alle spalle. Un disincantato lo stesso. Un picaro fatalista. Un cane sciolto. Un giustiziere a modo suo. Una specie di neo-fuggitivo (nel senso di film e telefilm), nel suo caso inseguito da Morte & Cavalieri dell’Apocalisse in persona. Ce l’hanno con lui perché li ha traditi (amministrava i decessi per conto loro), e i conti aperti vanno chiusi sempre. In un modo o nell’altro. L’avventura è garantita, come la suspense. Come il solito e l’insolito quotidiani che traspaiono dalle pagine del fumetto. Trasversale a prede & cacciatori, strade perdute, terre desolate, epidemie zombi, fantascienza, mistery, spy story, horror, ucronia, auto potenti, stanze e baretti fatiscenti da culo del mondo, se mi è concesso un francesismo.
Bao Publishing manda in libreria il volume 3 delle peripezie doeiane (“John Doe, vol. 3”, 2017). Quattro storie che completano la prima annata della prima stagione del fumetto. Quattro storie tese, decise (vale per il tratto grafico e vale per i contenuti), scritte e sceneggiate dai soliti noti Recchioni & Bartoli, e disegnate nell’ordine da Elisabetta Barletta (Crocevia) Alessio Fortunato (Il re del mondo), Davide Gianfelice (Gli avvoltoi hanno fame) e Riccardo Burchielli (Morte di un piccolo dio). Sono quattro capitoli di un albo seriale, diventato un classico del fumetto italiano. Una buona occasione per accertarsi di persona di cosa possono fare strisce & parole, se strisce & parole decidono di mettere le ali (qualità + fantasia). L’edizione della Bao è pregevole, la copertina inedita di Massimo Carnevale.
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