Io, Agamennone
- Autore: Giulio Guidorizzi
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Con il saggio “Io, Agamennone” Giulio Guidorizzi, docente di letteratura greca presso l’Università di Torino, racconta la storia del re di Micene che, assieme a Ulisse, Achille, Menelao ed altri eroi, partecipò alla Guerra di Troia.
Attraverso la descrizione delle vicende dell’eroe e di altri personaggi, che l’autore fa parlare in prima persona, viene efficacemente descritta la morale omerica. Tale morale è fortemente impregnata dal sentimento dell’onore. È per difendere il suo onore che Achille si ritira dalla guerra; infatti, Agamennone si era impossessato della sua schiava e questo smacco era, per un eroe, inammissibile.
La schiava Briseide era infatti il gheras di Achille, la sua dote di guerra, il dono ricevuto in quanto combattente più valoroso. Privare un eroe del gheras era come privarlo dell’onore e del giusto riconoscimento:
“Il gheras è qualcosa di speciale: è la primizia che si concede ad un uomo che si è molto distinto tra gli altri, e deve essere noto a tutti, perché non è giusto che una parte uguale tocchi al codardo e al valente”.
Un altro sentimento proprio della morale omerica è la vergogna; infatti, le azioni eroiche esistono solo se anche gli altri possono vederle o averne notizia:
“Non c’è gloria senza che qualcuno la racconti, perché nel mondo degli eroi un uomo non è come sente di essere dentro di sé, ma come gli altri lo vedono, e come la voce del popolo dice che sia”.
In quel contesto, un uomo senza vergogna veniva considerato capace di compiere le azioni più orrende. L’importanza della reputazione diventa fondamentale soprattutto dopo la morte. Infatti, spesso gli eroi si votano alla “bella morte”, ossia ad una vita breve ma gloriosa; in questo modo, la loro fama può trascendere il tempo, e arrivare alle generazioni di ogni epoca.
Un altro aspetto molto importante è il destino di ciascun uomo, che nessuno, nemmeno gli Dei, possono cambiare. Allegoria del destino in questo saggio è proprio Cassandra, la bella figlia di Priamo catturata da Agamennone dopo la caduta di Troia. Cassandra può prevedere gli eventi, ma non può modificarli; nemmeno gli Dei possono cambiare il destino degli esseri umani, che è assoggettato alle Moire. La rassegnazione di fronte ad un destino inevitabile è espressa dal dialogo interiore di Cassandra che, quasi giunta di fronte alla reggia di Agamennone, afferma:
“Vedo una donna davanti alla porta della reggia... quella donna ha un’arma in mano. Agamennone non la vede, è cieco, io invece so... Il sole è caldo ormai nel cielo, il tramonto non lo vedrò”.
Quella donna è Clitemnestra, la moglie infedele che uccide Agamennone assieme al suo amante.
Il saggio di Giulio Giudorizzi travolge il lettore catapultandolo in un mondo antico che, pur essendo molto diverso dalla nostro, riesce sempre a stupirci e ad indurci a fare diverse considerazioni, anche e soprattutto su noi stessi.
Io, Agamennone. Gli eroi di Omero
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