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Recensioni di libri

Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell’occultismo nelle figure e nei numeri di P.D. Ouspensky

Tlön, 2017 - I tarocchi sono la voce di un amico depositario di saggezza con cui ci si pone in relazione: lo sottolinea con determinazione Nicola Bonimelli, traduttore e prefatore del manuale di Ouspensky.

Graziella Atzori Pubblicato il 30-07-2020
Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell'occultismo nelle figure e nei numeri

Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell’occultismo nelle figure e nei numeri

  • Autore: P.D. Ouspensky
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Edizioni Tlon
  • Anno di pubblicazione: 2017

La mantica dei tarocchi è antichissima (mantica è divinazione, lettura del destino in parte almeno in linea generale preordinato secondo archetipi). L’origine del libro composto di immagini si perde nella notte dei tempi. Non deve stupire che menti elevate, filosofi e psicologi - fra i quali Carl Gustsv Jung - lo abbiano tenuto in alta considerazione, come specchio del mondo e dell’anima umana, perfino come strumento di indagine terapeutica.
Ogni conoscenza si basa su similitudini e analogie; il pensiero analogico precede quello logico, scaturisce da somiglianze e affinità, è basato su simboli sempre carichi di pathos e contenuti emotivi. I tarocchi sono un discorso analogico.

Pëtr Dem’janovič Uspenskij, o Ouspensky, russo, (Mosca 1878 - Surrey, Regno Unito 1947) è stato un filosofo, un matematico e uno studioso di esoterismo. Di vastissima cultura, per lui divenne fondamentale l’incontro con Gurdjieff, di cui abbracciò la visione e il metodo di ricerca interiore denominato Quarta Via, che stabilisce un lavoro non solipsistico, compiuto attraverso l’incontro tra adepti. È importante sottolineare l’aspetto della relazione, in quanto la lettura dei tarocchi è appunto un incontro tra il consultante e il libro muto, che viene toccato, le carte vengono estratte, il gesto diventa elemento essenziale, un ponte che veicola energie, le rende manifeste e parlanti. I tarocchi sono la voce di un amico depositario di saggezza, con cui ci si pone in relazione. Lo sottolinea con determinazione Nicola Bonimelli, traduttore e prefatore del manuale di Ouspensky Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell’occultismo nelle figure e nei numeri (Edizioni Tlön, 2017, p. 139). Bonimelli si rifà al pensiero di Aristotele, lì dove, nell’Etica Nicomachea, il filosofo di Stagira scrive:

"Pur essendoci care entrambe le cose [gli amici e la verità] è dovere morale preferire la verità".

Aristotele dunque, stabilendo questo primato, surclassa gli amici. Bonimelli dissente, specialmente riguardo ai tarocchi, vissuti come amici, e commenta con una domanda di squisita retorica:

"Si può e si deve immaginare una verità, l’amore per la quale non sia il frutto di una relazione, di un’amicizia fraterna o innamorata, di una ricerca, condivisa con qualcuno, cioè il contrario di una ricerca al di là di qualcuno?"

Questa dissociazione è impensabile e inammissibile, scrive il prefatore, per Ouspensky, che va comunque abbinato all’amico e maestro Gurdjieff, sebbene alla fine della vita Ouspensky se ne sia allontanato. Lo stesso atteggiamento di "relazione" va tenuto nell’approcciarsi a questo libro, che attraverso i tarocchi introduce il lettore nella metafisica. Lo fa scandagliando diverse branche dell’esoterismo, quali Qabbalah, Magia, Alchimia, Astrologia, perché i tarocchi sono una "macchina filosofica". Basti pensare per esempio alla figura del Matto, che rappresenta lo zero, l’Essere non ancora manifestato, e poi al Bagatto, numero Uno, il Dio in cui si trova il cosmo in nuce, il Logos, e poi alla Papessa, numero due, la scienza segreta. E così via, fino al Mondo, il compimento dell’Opera, la ventiduesima carta. 22 sono gli Arcani Maggiori, come le lettere dell’alfabeto ebraico.

Il libro è diviso in due parti. Nella prima l’autore espone la teoria delle carte e della numerologia, passando in rassegna i vari maestri esoterici e le varie scuole, da Eliphas Levi a Saint Martin a Papus, a Oswald Wirth. Si avvale anche di alcune grafiche, ad esempio il triangolo equilatero con al centro un punto, inscritto dentro un quadrato. Ecco la spiegazione che ne dà:

"Il triangolo è Dio (la Trinità) o il mondo noumenico.
Il quadrato (i quattro elementi) è il mondo visibile, fisico, fenomenico.
Il punto è l’anima dell’uomo, ed entrambi i mondi sono riflessi nell’anima dell’uomo".

Vengono fornite anche le interpretazioni degli Arcani Minori, 56 carte divise nei 4 semi o 4 elementi classici dell’antichità: spade aria (pensiero), coppe acqua (emozioni), bastoni fuoco (spirito), denari terra (la materia). In modo simbolico qui vediamo anche rappresentati i 4 stati della materia, solido, liquido, aeriforme, radiante.
I tarocchi maggiori vengono anche divisi in tre gruppi: l’uomo, l’Universo, Dio. Come dire in micro e macrocosmo più l’Agente divino.

Nella seconda parte Ouspensky fornisce la sua particolare descrizione e interpretazione degli Arcani maggiori. Lo fa costruendo un racconto che è insieme percorso di una vita e disegno del Tutto. Lo fa come artista, e in alcuni passi riprende Nietzsche e il suo Zarathustra. Splendida è una pagina dedicata al Diavolo, principe della menzogna, e fra le menzogne del Diavolo la più straordinaria e difficile da sradicare è il tempo. Queste le righe conclusive della Lama (o carta):

"Io sono il Male, che gli uomini inventarono per poter avere una giustificazione con loro stessi e considerarmi la causa di tutti i misfatti di cui sono loro stessi i colpevoli.
Mi chiamano il Re delle Menzogne, e in effetti sono il Re delle Menzogne, perché sono il prodotto più grande delle menzogne umane".

Tutto è interiore, visto dell’intimo. Rivolgiti verso te stesso, dice il libro, e troverai. Si pone su un piano alto, misterico, che soddisferà quanti sono in ricerca della verità.

Il Simbolismo dei Tarocchi: Filosofia dell'occultismo nelle figure e nei numeri

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il simbolismo dei Tarocchi. Filosofia dell’occultismo nelle figure e nei numeri

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