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Recensioni di libri

Il rospo e la badessa di Roberto Tiraboschi

E/O, 2021 - Miseria estrema, violenza inaudita, superstizioni, demoni, un popolo decimato dalla peste: ma Venetzia non si arrende, cerca di darsi dei nuovi ordinamenti politici che la rendano governabile e ne avviino la rinascita.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 22-11-2021
Il rospo e la badessa

Il rospo e la badessa

  • Autore: Roberto Tiraboschi
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: E/O
  • Anno di pubblicazione: 2021

I libri di Roberto Tiraboschi ispirati alla storia di Venezia, Venetia, negli anni del Medio Evo, quando la città lagunare si avviava a divenire la Serenissima, sono per gli appassionati di romanzi storici una vera chicca. Lo scrittore, che con Il rospo e la badessa (E/O, 2021) è ormai al quarto volume della serie veneziana, rende protagonista di questo romanzo ambientato nel 1172 una badessa bella e determinata, giovane e coraggiosa. Viene da una famiglia di commercianti, senza titoli nobiliari Sicara Caroso, madre badessa del convento di San Lorenzo. La assiste e la segue come un’ombra Brasca, una suora brutta ma molto intelligente, l’unica persona di cui Sicara si fida: è lei che ne racchiude il corpo ogni mattina nelle bende candide che nascondono al mondo la sua prorompente bellezza, è lei che le dà appropriati consigli.

Mentre la città è scossa da avvenimenti tragici, il doge Michiel è stato appena ucciso in un tumulto di popolo e le grandi famiglie della nobiltà veneziana sono pronte a darsi battaglia con ogni mezzo per eleggere il suo successore, mentre la peste infuria in città, e ancora le galee veneziane sono state sconfitte nella dura lotta con Costantinopoli.

In mezzo a queste enormi difficoltà la badessa viene chiamata al convento di San Giacomo in Paludo, dove una giovane monaca di nobilissima famiglia, Persede Gradenigo, è stata rinchiusa perché indemoniata: la colta Sicara recita la formula di rito per risanare la donna, ma pochi giorni dopo Persede viene ritrovata suicida in fondo al pozzo del convento: l’esorcismo non aveva funzionato, anzi dalla sua gola viene estratto un rospo. Le monache inorridite, spaventate dal pericolo del contagio, sono raccolte intorno alla loro superiora, Zelda, anche lei proveniente da una delle famiglie veneziane che aspirano a eleggere il doge.

Qui comincia la complicatissima indagine che le protervia di Sicara spinge alla ricerca della verità: Persede non si è uccisa, anche se nella sua vita si nascondono segreti inconfessabili che condurranno la badessa sempre più inquieta a addentrarsi in un labirinto di false verità, di trappole, sapendo che di nessuno può davvero fidarsi. Nel frattempo la grande storia va avanti: l’aristocrazia veneziana si divide sulle nuove modalità di elezione del nuovo doge: dovrà essere un gruppo ristretto di grandi elettori, o tutto il popolo dovrà acclamare il nuovo signore della città?

Roberto Tiraboschi nel raccontare una storia si appoggia su eventi storici documentati, su personaggi veri o certamente verosimili, su eventi che hanno caratterizzato quegli anni: basti ricordare che le due colonne che giacevano nel Brolo, oggi piazza San Marco, furono sollevate tramite complessi e pericolosi marchingegni dall’architetto Nicolò Barattiero, assicurando al nuovo doge Sebastiano Ziani un’enorme popolarità. E Nicolò occupa molte pagine del romanzo, accanto alla badessa, di cui è consigliere e sostegno.

Il libro di Tiraboschi è una miniera di micro racconti sulla città: le sue isole meno conosciute, le gundule, le peote e le chelandie che si avventurano in mare aperto o nei rii paludosi e pieni dei miasmi della pestilenza, il prezioso herbularium dove Brasca coltiva le più rare erbe officinali, le fosse comuni nei cimiteri sconsacrati, la ricchezza dei palazzi dei più ricchi signori veneziani, una piscinula, una pozza d’acqua stagnante dove un uomo animalesco raccoglie rospi che vengono venduti per fare farmaci naturali.

Miseria estrema, violenza inaudita, superstizioni, demoni, un popolo decimato dalla peste: ma la città non si arrende, cerca di darsi dei nuovi ordinamenti politici che la rendano governabile e ne avviino la rinascita. Il neo eletto, il doge Ziani, otterrà la massima carica gettando monete d’oro al popolo festante.

Roberto Tiraboschi si serve di racconti che divengono metafore del potere in tutti i tempi della storia; in particolare in questo romanzo un grande spazio viene dato alle figure femminili, alla loro sensibilità, alla solitudine, all’amore soffocato dalle convenzioni: Persede, Carosa, Brasca, Zelda, quattro donne protagoniste di storie dolorose, amiche e nemiche, sane e malate, legate a famiglie potenti o sole al mondo, raccontano il processo doloroso che le donne hanno dovuto affrontare per affrancarsi sul palcoscenico della storia, in anni in cui essere donna poteva essere solo una grande sfortuna. Come sempre, l’autore aiuta noi lettori a orientarci in un lessico lontano, che racconta un territorio unico fatto d’acqua, di barche, di una città in costruzione, su isole di cui sono pochi i toponimi e gli oggetti che conosciamo: i roidi da ogli ci sono noti, come il Rivus Altus, ma ce ne sono altrettanti con cui Roberto Tiraboschi ci fa familiarizzare rendendo affascinante la storia della città che tutti amiamo.

Il rospo e la badessa. Venetia 1172

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il rospo e la badessa

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