Il male oscuro di Giuseppe Berto

Il male oscuro di Giuseppe Berto è un bellissimo romanzo che sorprende fin dalle prime pagine, in quanto il lettore, consapevole in anticipo che il tema è la depressione del protagonista, si aspetta atmosfere cupe, perfino noiose complicate descrizioni del vissuto.
E invece no!
Egli si sdraia sul lettino, come previsto dai seguaci Freudiani, volgendo le spalle all’analista e si racconta, chiedendosi anche cosa lo psicanalista faccia in contemporanea al suo raccontare, ma la sorpresa è somma per il lettore quando si rende conto che, come in molti casi, il paziente tratta il tema del rapporto col proprio padre, in questo caso quasi morente perché colpito da cancro, e lo fa, pur con dovizia di dettagli e flashback, con incredibile leggerezza e ironia, tanto da suscitare spesso il sorriso, talvolta l’allegro scoppio di riso.

Si assiste alla tragedia umana, con le beghe comuni a tante quotidianità, ma ciò accade senza che il dolore percepibile travolga chi legge che invece riesce a scorgere l’assurdo, il ridicolo di tutto quanto tormenta l’uomo nell’aiuola che ci fa tanto feroci.

La tecnica narrativa è quella del flusso di coscienza, molto naturale nel contesto in questione, quindi è presente solo la voce narrante del protagonista ed è attraverso i suoi occhi che conosciamo gli altri personaggi e ce ne innamoriamo.