

I gatti del mistero
- Autore: Marina Alberghini e Massimo Rossi (a cura di)
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2025
A pagina 8 dell’introduzione di Marina Alberghini al volume collettivo I gatti del mistero (Mursia, 2025) viene riepilogato il magismo che connota universalmente e ab origine la natura del gatto. La sua prossimità con l’oltremondano che, nel corso del tempo, ha fatto del felino un oggetto antinomico di fascinazione, superstizione e persino di persecuzione e di culto. Ne riporto qualche stralcio:
[…] Per Cèline egli era ‘Lo stregamento stesso, il tatto in Onde paranormali.’ Per Giulio Verne i gatti sono specie di Angeli venuti dall’Altrove, per i massimi scrittori di fantascienza essi sono alieni, di altri pianeti. Per i Birmani vedono i fantasmi, per l’Islam sono i Gjinn, specie di angeli che nel Corano ‘ascoltano le Porte del Cielo’ […] Per i Buddisti ‘La contemplazione del gatto porta all’illuminazione’ […] gli Egizi, lo avevano ben capito quando adornavano il collo della Dea felina Bastet con l’Oudjat, l’Occhio Sacro, medium tra il mondo reale e ciò che sta ‘Oltre’.
Ed è proprio sul crinale sospeso tra fisica e metafisica (realtà e soprannaturale) che si attestano le diverse testimonianze - alcune delle quali in forma di veri e propri racconti - che compongono l’antologia. I gatti possiedono davvero capacità extrasensoriali? Muovendo dal filo rosso di questo interrogativo, perché no, quasi dickiano (“ma gli androidi sognano pecore elettriche?”) che il libro - curato, oltre che dalla stessa Marina Alberghini, da Massimo Rossi - digrada attraverso narrazioni di impronte svariate, che lasciano, se non altro, sospendere il giudizio persino ai refrattari a cedere a credenze soprannaturali. Nessuna delle storie di gatti domestici (o quasi) che compongono questa antologia è frutto di fantasia (meno che mai di fantasia nera oppure tenebrosa): le storie comprese ne I gatti del mistero sono tutte realmente accadute. Testimonianze e racconti ai confini della realtà (conosciuta) dove, per dirla con Borges, il gatto è più che mai “custode di un ambito sbarrato come un sogno”. Presenza immanente - palese o sottesa che sia – di ciascun episodio della raccolta. Il valore letterario delle narrazioni è dunque secondario al loro grado di fascinazione. E se il toccante felino-fantasma impregna di magnetismo misterico le pagine di Valentina Raffa (Nerone, pp.129-135); attraverso una storia esemplare di affetto e dedizione, la Pupina di Licia Colò si carica di una sensibilità “che non riusciamo nemmeno a immaginare”. Ma non è facile, e nemmeno giusto, citare e soffermarsi sulla caratura dei singoli racconti. Ciò che più conta de I gatti del mistero è infatti il valore d’insieme di cui riesce a farsi portatore. Un valore di prossimità tra i gatti magici e di chi, giorno per giorno, ne divide i segreti.
Da buon gattofilo-gattolico anch’io sono stato testimone di azioni incredibili, – scrive Massimo Rossi in postfazione – al limite del paranormale, non solo da parte di Marina Gatta Sindaco…ma anche di Pippi, la gatta che l’ha preceduta in municipio e Gravellona Lomellina […] anche Lei ha avuto comportamenti strani, misteriosi, incredibili.
Se - come sosteneva Agata Christie - un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, sappiate che I gatti del mistero abbonda delle prove di un rapporto atavico: quello che unisce i nostri felini all’invisibile che, forse, ci circonda.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I gatti del mistero
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