

Giorno di risacca
- Autore: Maylis De Kerangal
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2025
Grande narratrice, profonda nelle sue riflessioni, intelligente nella ricerca letteraria, Maylis De Kerangal si conferma una delle più significative voci della narrativa francese. Il suo nuovo romanzo Giorno di risacca pubblicato da Feltrinelli nel 2025, con la traduzione di Maria Baiocchi che in apertura del volume ringrazia l’amica Ester Coen per l’aiuto fornito per le difficoltà nell’affrontare “la singolarità della prosa di Maylis de Karangal”, spiega come sia originale e poco convenzionale il racconto, ambientato per lo più a Le Havre, che la scrittrice ci consegna.
Un poliziotto chiama proprio da Le Havre la protagonista del romanzo, una doppiatrice di cinema, appena rientrata dal lavoro nella sua casa parigina, dove vive con il marito Blaise, titolare di una raffinata stamperia e la figlia Maia, poco più che adolescente, con tutto ciò che quell’età comporta nella vita familiare. Il poliziotto dunque la convoca per la mattina successiva, per informazioni su un caso, quello di un uomo sconosciuto ritrovato morto sulla pubblica via, su cui lei potrebbe avere informazioni. Sorpresa, perplessità, curiosità sono le prime sensazioni che colgono la voce narrante della storia. Le Havre in effetti è la città sulla Manica dove lei aveva vissuto per tutta la prima parte della vita, dove aveva studiato, dove aveva passato il tempo libero con le amiche, andando a scuola e al cinema. In effetti, giunta in treno a Le Havre e raggiunto il commissariato, la donna incontra Olivier Zambra, il poliziotto che l’ha cercata; brevi domande, da quanto manca dalla città, più di venti anni, risponde lei. Il motivo della convocazione viene presto svelato: nella tasca dei jeans del morto, ancora non identificato, c’è un biglietto del cinema Channel con il suo numero di telefono.
Le vengono mostrate foto del cadavere, ma lei non riconosce nessuno che abbia conosciuto in passato. Tuttavia un grande turbamento si impossessa della protagonista: chi mai può essere lo sconosciuto che aveva in tasca il suo recapito telefonico, quanto tempo è trascorso da quando lei aveva vissuto in quella città portuale, piena di cantieri, di detriti, ricostruita dopo che durante la guerra era stata completamente distrutta dagli alleati che l’avevano bombardata con una violenza inaudita. Infatti, incuriosita dall’insolita circostanza che l’ha ricondotta in un luogo che ora quasi non riconosce, va sulla spiaggia dove il morto era stato rinvenuto; un grande scavatore vi sta lavorando, e l’uomo che lo guida era quello che aveva scoperto il cadavere e che ora, in mezzo ai ciotoli, alle pietre e ai sassi, accetta di parlare con la donna.
Qui è diventato un centro di smistamento, la porta dell’Europa per tutte le loro merde: è Narcos, coca, cartelli, è grave, gravissimo.
Ecco allora che la donna comprende quanto sia lontana la sua giovinezza da questo luogo ostile.
Nella seconda parte del romanzo la voce narrante va a ritroso, rievoca parti della sua vita precedente, ci fa incontrare qualcuno che lei aveva amato e che poi era scomparso. Ma quello che più colpisce, intriga, coinvolge è la scrittura di Maylis de Kerangal: convivono nella sua prosa diversi registri comunicativi, a seconda di chi parla e con chi si incontra; passato e presente si mescolano, la giovane donna di allora e la matura doppiatrice di ora, che deve fare i conti con una professione, un mestiere, che rischia di essergli portato via dell’avvento dell’intelligenza artificiale. La città di Le Havre rasa al suolo, ora ricostruita per divenire un punto di scambio della globalizzazione più selvaggia, il ricordo di come era stata la sua vita negli anni in cui aveva vissuto lì con l’amica del cuore, persa, e di cui ora incontra la sorella Virginia, che non ha mai abbandonato la città dell’infanzia, saranno capaci di aiutarla nel viaggio dentro la memoria di un tempo perduto e rimosso. La ricerca dell’identità del morto abbandonate sulla spiaggia diviene un’ossessione, raccontata con grande acutezza psicologica dall’autrice. Un romanzo molto contemporaneo, molto poetico a tratti, feroce in alcune parti, che rivela una volta in più la capacità di scrittura dell’autrice francese. La metafora del titolo, la forza della risacca, svela molto delle intenzioni a cui questo romanzo si affida.

Giorno di risacca
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