Giorni di mafia di Piero Melati

Con una costruzione narrativa originale che calendarizza in successione temporale i principali avvenimenti della storia della Mafia dal 1950 ai giorni nostri, con stile narrativo sobrio e al contempo stimolante, Piero Melati ha scritto “Giorni di mafia. Dal 1950 a oggi: quando, chi, come”, un libro sorprendente che racchiude cento date che vanno dalla morte del bandito Salvatore Giuliano a quella della morte di Bernardo Provenzano.

Assistiamo all’applicazione di un metodo giornalistico straordinario, quello che veramente dovrebbe essere l’unico e il solo, ovvero la semplice narrazione dei fatti. Piero Melati li indica, appunto, come in una mappa, raccontandoli e depurandoli il più possibile dalle possibili interpretazioni.
Questo è il vero giornalismo che dovrebbe essere insegnato nelle scuole. I fatti sono esaustivamente raccontati e “Giorni di mafia” diventa una straordinaria fonte di conoscenza. I fatti sono i fatti, quel che va sottolineato nel caso di Piero Melati è però la sua abilità di correlarli tra loro in una maniera sorprendente. Non è un semplice libro di giornalismo e nemmeno e un libro che racconta solamente fatti di mafia. Non ci si sofferma solamente su cadaveri eccellenti e grandi processi ma si descrivono figure di contorno, fenomeni di costume, romanzi e film che hanno trattato la storia cruenta della mafia. Piero Melati offre così al lettore una visione quanto più ampia possibile, comprendente l’intera vita politica, istituzionale e culturale italiana riletta in una chiave diversa e originale, che induce a soffermarsi sui tanti e irrisolti misteri del nostro Paese.
Nell’ultima giornata descritta, quella del 13 luglio del 2016, si racconta che:

“La Mafia si era sempre fregiata dell’impunità, delle assoluzioni persino dell’affermazione di non esistere. Dopo le stragi ha chiesto solo l’elemosina, qualche concessione sul carcere duro”.

È un’osservazione intrigante che si lega a quella successiva:

“Di qui la difficoltà a stabilire cosa è la Mafia dopo Provenzano. C’è ancora? Lui è caduto perché non era più funzionale a qualche nuova metamorfosi? C’è poi un successivo dilemma: la Mafia ha perso oppure ha vinto?”

Ed è questa un’altra singolare domanda che rimanda agli espedienti giudiziari che sono stati messi in atto e che, forse, non sono casuali.

“Giorni di mafia” si pone nel solco della grande tradizione del quotidiano palermitano L’Ora che ha visto Piero Melati tra i suoi protagonisti e la cui assenza dalle edicole si fa sentire non poco nel panorama del giornalismo italiano. Sincerità e onestà contrassegnavano il quotidiano della sera di Palermo che conservava una sua autonomia anche nei confronti del Partito Comunista.