Fisica quantistica per poeti
- Autore: Leon Lederman
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2013
In una lettera a Max Born, nel 1926, tra le altre cose Einstein scriveva:
"Tu ritieni che Dio giochi a dadi col mondo, io credo invece che tutto obbedisca a una legge…"
È in questo breve passo che possiamo comprendere a pieno la differenza tra la fisica classica studiata nei tre secoli precedenti e la fisica quantistica, ossia quella branca della scienza moderna che studia il comportamento del micro-cosmo, delle particelle invisibili che compongono la materia, anche dette stati quantici.
Leon M. Lederman, Premio Nobel per la Fisica nel 1988, e il suo emerito collega Christopher T. Hill nella pubblicazione di questo saggio scientifico – destinato ai poeti, ossia a coloro che mentalmente sono tra i più distanti dalla scienza dei numeri – hanno tentato di spiegare la fisica quantistica attraverso esempi pratici, senza l’applicazione per molti astrusa di formule matematiche, dando connotazione reale a una materia che appare ad oggi ancora misteriosa e a tratti fiabesca.
Eppure proprio noi, uomini del terzo millennio, attraverso pratiche quotidiane ne sperimentiamo costantemente le sue reali applicazioni: basti pensare ai telefoni cellulari, ai forni a microonde, ai laser o alla risonanza magnetica in campo medico…
Tra i principi citati: il paradosso EPR (Einstein-Podolsky-Rosen), esperimento mentale che dimostra come una misura eseguita su una parte di un sistema quantistico possa propagare istantaneamente un effetto a distanza, e l’esperimento della doppia fenditura di Young, che dimostra il possesso da parte delle particelle di una propria volontà di movimento che varia a seconda dell’interferenza umana, fino alla teoria delle stringhe attraverso la quale si ipotizzano esistenze di universi paralleli.
La Fisica quantistica, come possiamo immaginare, è stata una vera e propria rivoluzione nel campo delle scienze, che dai primi anni del novecento ha portato non pochi scompensi nel mondo scientifico fermamente ancorato alle provate teorie della fisica classica newtoniana, annoverando tra i suoi principi quello dell’incertezza, dell’indeterminazione e dell’azione a distanza, nonché del calcolo probabilistico. Aggettivi che ben danno l’idea di quale stravolgimento si stava verificando nella conoscenza umana delle scienze razionali.
Una materia controintuitiva e in quanto tale, come la definiscono gli autori, così simile alla poesia, al contrario di quanto fosse stata la fisica nei secoli precedenti.
Un mondo affascinante e misterioso, grazie agli ‘universi’ sconosciuti ancora esplorabili, sì proprio come fa la poesia nella rappresentazione linguistica degli imperscrutabili mondi nascosti nelle profondità della coscienza umana.
Vedere un mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvatico,
Tenere l’infinito nel palmo della mano
E l’eternità in un’ora
- William Blake-
Fisica quantistica per poeti
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"Fisica quantistica" per poeti, vale a dire "per incompetenti" o, peggio, "per allocchi": come spiegare, cioè, ai meno dotati di qualità razionali quel miracolo scientifico rappresentato dall’irrazionale e sorprendente mondo dei quanti. Gli autori sono Leon Lederman, premio Nobel nel 1988, e il suo collaboratore Christopher Hill, che nel volume riescono egregiamente a mantenere le loro promesse, divulgando presso il pubblico dei lettori meno preparati i concetti matematici e le teorie della fisica più avanzata in un stile chiaro, accessibile, esemplificativo e senza ricorrere a formule algebriche o ad astruse equazioni.
Per spiegare quale rivoluzione concettuale avvenne nei primi trent’anni del ’900, chi furono i protagonisti di queste sconcertanti scoperte e quali conseguenze filosofiche comportò il mutamento di prospettiva nell’indagine del mondo atomico e subatomico, gli autori ricorrono a un’esauriente premessa metodologica. Lederman e Hill Inquadrano storicamente lo sviluppo della scienza da Galilei e Newton (pilastri fondatori della fisica classica, ordinata e deterministica, che studiava sperimentalmente gli oggetti macroscopici descrivendone logicamente cause ed effetti), per arrivare, attraverso le ulteriori indagini e i primi interrogativi della fisica ottocentesca, alle inquietanti ipotesi di Heisenberg, Bohr, Schrödinger, Born, Planck ecc., che introdussero nelle leggi scientifiche l’idea di probabilità, di indeterminazione, di incertezza.
Con loro, il mondo reale che ci appare quotidianamente sotto gli occhi, divenne improvvisamente incomprensibile e soprattutto indescrivibile, imprevedibile, lasciando supporre l’esistenza di
Partendo dalla descrizione delle "multiformi stranezze della luce", il volume accompagna il lettore alla scoperta di un mondo controintuitivo, irrazionale, decisamente poetico.