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Recensioni di libri

Favola in bianco e nero di Mauro Corona

Mondadori, 2015 - Tutto ha inizio nel paesino di montagna dove, due Natali prima, la signora Leonilde aveva notato nel presepe l’assenza del Bambin Gesù. Quest’anno, invece, a turbare la gente, dai credenti ai tradizionalisti, avviene qualcosa di ben diverso...

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 12-12-2015

6

Favola in bianco e nero

Favola in bianco e nero

  • Autore: Mauro Corona
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2015

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Dopo “Una lacrima color turchese”, favola – provocazione pubblicata lo scorso anno, Mauro Corona si ripresenta ai lettori con una nuova storia natalizia “Favola in bianco e nero” (Mondadori, 2015) in cui esprime, in prossimità di un periodo che dovrebbe esser gioioso, tanta dell’amarezza ch’egli prova.

“D’ora in avanti le fiabe di Natale saranno cattive. Basta nevicate, campane, angeli e stelle comete. Le storie devono essere cattive. Perché gli uomini lo sono. Anche quelli non ancora nati. Nasceranno e diventeranno futuri cattivi. Con qualche eccezione, ovviamente. Che però non serve a nulla né cambia la situazione”

Tutto ha inizio nel paesino di montagna dove, due Natali prima, la signora Leonilde aveva notato nel presepe l’assenza del Bambin Gesù. Quest’anno, invece, a turbare la gente, dai credenti ai tradizionalisti, avviene qualcosa di ben diverso: Gesù Bambino c’è ma accanto a lui si palesa un altro Bambinello, identico in tutto e per tutto ma con la pelle scura. Il fatto si ripete in tutti i presepi d’ogni angolo della Terra e provoca lo scompiglio tra le persone, nelle case, nelle chiese, nelle città e nelle nazioni intere. Tanti fra coloro che si ritenevano mentalmente “aperti” s’affannano invece a togliere dal presepe quel Bambino scuro che nulla pare avere a che fare con il piccolo Gesù. Ma la statuina nera, appena messa via, fa magicamente, anzi miracolosamente, ritorno accanto al Gesù Bambino bianco. Pare che le loro manine si tocchino e si tengano indissolubilmente strette. Tutto ciò scuote l’animo di tanti. Se ne parla ovunque, anche in televisione e l’autore non risparmia di far nomi e cognomi di coloro che intervengono nella vicenda così come mettono voce ai fatti del nostro Paese. Politici, intellettuali, psicologi, uomini di cultura esprimono il loro parere, i dubbi, il dissenso e così fanno anche i religiosi nonostante il capo della Chiesa, uomo buono e intelligente, avesse chiesto che il negretto fosse lasciato lì dove stava.
A questa narrazione se ne intreccia un’altra: è la storia di due bambini, uno bianco e uno nero ai quali sarà, da adulti, legata la sorte dell’umanità.

Questa favola, che per Corona è cattiva, ha un fondo buono ma non buonista. E’ la denuncia di una mentalità razzista e xenofoba nascosta dietro un’apparente apertura e capacità di accoglienza. Certo, “Il bianco e il nero” ci rimanda innanzitutto al fenomeno d’immigrazione che ha luogo in maniera imponente negli ultimi anni.
Come commenta Mauro Corona attraverso le parole di un illustre filosofo

“vorrei far presente che da anni Bambini Gesù in carne e ossa affondano nei mari, su barconi sgangherati, assieme a fratelli, nonni, parenti e conterranei. Un presepe immenso che si sposta e scompare negli abissi”

Nel racconto c’è, comunque, altro ancora. Purtroppo, tra tutti gli esseri umani, anche appartenenti alla stessa razza e credo, si manifestano astio, invidia, mancanza di rispetto che provocano dissidi, vendette che sfociano in vere e proprie guerre già all’interno delle famiglie. Da quei piccoli nuclei al mondo intero il passo non è così lungo. L’abile penna dello scrittore affronta temi importanti; l’attenzione va, quest’anno al di là dei singoli, degli ultimi, degli indifesi, degli emarginati, e si volge coralmente all’umanità intera. Parafrasando una canzone di De Gregori “La storia siamo noi”, Corona afferma che, oggi purtroppo, “La guerra siamo noi” che abbiamo dimenticato cosa voglia dire esser buoni, che non sappiamo amare e ancor meno perdonare.

Come ogni racconto che si rispetti anche “Favola in bianco e nero” ci riserba una sorpresa finale che è anche il barlume di speranza che dovremmo ritrovare e far scaturire dai nostri cuori. Ma la strada è lunga e difficile. L’amarezza di Mauro Corona è più che giustificata e la lettura della storia non si rivela un semplice passatempo per le feste. E’ molto di più: un libro da rileggere e con il quale rivedere noi stessi.

Favola in bianco e nero

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Favola in bianco e nero

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